Sabato, 20 Maggio 2006 Notizie

Al Senato della Repubblica è andato in onda uno spettcolo indecoroso

Una nota scritta per noi dalla professoressa Luciana Fedi

Dalla professoressa Luciana Fedi, docente presso il Liceo Scientifico "Mattioli" di Vasto, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota. "E' stato triste, per chi crede nei valori della Libertà , della Democrazia, del rispetto e dello Spirito di Servizio agli interessi Superiori del Paese (è retorico dire della Patria!?), aver assistito alle "proteste civili" di una parte dei Senatori della Repubblica Italiana contro il legittimo voto dei Senatori a vita. Tra questi l'emerito Presidente Carlo Azeglio Ciampi, da poco uscito dalla più alta carica di Presidente della Repubblica, nella quale da tutti i Parlamentari è stato" invitato" a rimanere in per altri sette anni. I Senatori a vita sono, soltanto mummie silenziose e passive, del cui attivo impegno (all'insegna del dovere)e della cui assidua (si intende per tutta la vita fin oltre l'età pensionabile e sempre all'insegna dell'onestà intellettuale, civica ed umana) abnegazione al lavoro, super partes, da tutti riconosciuta, ci siamo riempiti la bocca? Eppure in passato (Primavera del 1994) non si è urlato all'immoralità né si è fischiato per un analogo comportamento. Anche allora, come ieri, 19.maggio.2006, i Senatori a Vita hanno votato per permettere al governo appena nominato e uscito vincitore dal democratico confronto elettorale di "poter lavorare" per i Superiori Interessi del Bene del Paese. Cari Senatori di oggi (2006) e di ieri (1994) non fate scempio della vostra funzione istituzionale, non mostrate più atteggiamenti così vergognosi e diseducativi per i giovani. Basta con l'odio, i veleni e le bieche contrapposizioni di convenienza!!! Gli Italiani desiderano ed esigono rispetto, impegno serio, fattivo e non pregiudizialmente fazioso. Ancor più essi hanno diritto ad un sereno e laborioso dialogo tra le parti, sempre critico e costruttivo perché il Paese ritrovi fiducia, dignità ed esca dai pantani incivili, in cui è stato costretto da anni, in tutti i settori della vita. Non è un qualunquistico e pseudo-sentimentale invito al "vogliami bene"ma un richiamo a tutti, in primis a chi scrive, a fare, in modo serio, dignitoso, concreto e rispettoso, il proprio lavoro, senza "veleni" e senza "insulti", pur nella legittima, ma non delegittimante, astiosa e vendicativa, contrapposizione. Il Paese ne ha veramente urgente necessità". Luciana Fedi