Venerdì, 10 Maggio 2024 Vastese

A Lanciano in Corte di assise il processo a carico di Aldo Rodolfo Di Nunzio

E' accusato di aver strangolato la moglie. I figli si sono costiuiti parte civile

È iniziato questa mattina, 10 maggio, in Corte d’ Assise a Lanciano il processo per la morte della collaboratrice scolastica Anna Maria D’Eliseo, 60 anni. Il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, 71 anni, vigile del fuoco in pensione, è imputato di uxoricidio. Secondo l'accusa avrebbe strangolato la moglie con un filo elettrico nella cantina-garage della propria abitazione in contrada Iconicella a Lanciano.

I cinque figli della coppia – due dei quali presenti in aula – si sono costituiti parti civili. “Una scelta che nasce dalla volontà delle parti offese di capire cosa è successo alla loro madre – spiega l'avvocato Elisabetta Merlino che li patrocina - Questo consentirà loro di partecipare in prima persona nel processo penale al fianco dell'accusa e della difesa, perché sia accertata definitivamente la verità dei fatti”.

Anche l'associazione di tutela delle donne vittime di violenza, Dafne onlus, rappresentata dall'avvocato Pina Benedetti, si è costituita parte civile. In apertura di udienza la difesa dell'imputato, gli avvocati Alberto Paone e Silvia De Santis, hanno depositato istanza di revoca della misura cautelare in carcere, sulla base dei risultati di una nuova perizia fonica, di cui è stato incaricato il fonico forense Marco Perino che si è occupato di molti gialli, tra cui la strage di Erba e il rapimento di Kata.

“La perizia del nostro consulente è giunta a conclusioni radicalmente opposte rispetto alla perizia del consulente della procura”, ha evidenziato in aula l'avvocato Paone. Di Nunzio era finito in carcere lo scorso 11 gennaio, inchiodato dall’audio registrato dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione dove è avvenuto il delitto, che sarebbe stato compiuto intorno alle 13 del 15 luglio 2022. Il sonoro, stando ai riscontri del consulente della procura, Christian Cianciosi, in alcuni frammenti, rivelerebbe, in drammatica sequenza, il grido d'aiuto della vittima durato sei secondi: “No, noo, lasciami, no. Lasciami”.

“Secondo il nostro consulente, si sentono urla maschili e non femminili – ha detto Paone – e la frase pronunciata sarebbe 'Guarda me', ripetuto un paio di volte. Le grida sono più forti a seconda della vicinanza alla fonte di registrazione. Questo combacia con quanto dichiarato da Di Nunzio, che sarebbe salito in casa a prendere il cordless per chiamare i soccorsi”.

“Se la perizia fosse inattendibile, come riteniamo, verrebbero meno i presupposti della custodia cautelare – ha aggiunto l'avvocato della difesa – per questo chiediamo l'immediata revoca della misura e la remissione in libertà dell'imputato o, in subordine, la detenzione domiciliare”.

La Corte, presieduta dal giudice Giovanni Nappi, ha 5 giorni di tempo per decidere. Il pm Mirvana Di Serio si è riservata il parere. Dopo l'ammissione di prove e testi, l'udienza è stata rinviata al prossimo 14 giugno, quando saranno sentiti i primi testimoni dell'accusa.