Sabato, 26 Settembre 2020 Abruzzo

Dopo elezioni in Abruzzo "scoppiettante". Febbo rischa la poltrona

Il Carroccio pronto a chiedere la testa dell'assessore che a Chieti ha contrastato Di Stefano

Da una parte Forza Italia con in testa il coordinatore abruzzese e senatore Nazario Pagano, tenta la difficile impresa di riunire la coalizione nei ballottaggi di Chieti e Avezzano dopo un primo turno di divisioni e attacchi, anche personali, contro i candidati del Carroccio, Fabrizio Di Stefano e Tiziano Genovesi, dall’altra in Regione la Lega e pezzi di centrodestra, delusi dal comportamento degli azzurri, che stanno preparando la “vendetta” da servire al termine del secondo turno, dopo il 5 ottobre.

In tal senso filtrano indiscrezioni che disegnano uno scenario choc con un rimpasto che vede al centro dell’attenzione e degli strali l’assessore regionale al Turismo, Mauro Febbo: si tratta dell’esperto e stimato uomo politico di Forza Italia che a Cheti, in disaccordo con il suo ex amico Fabrizio Di Stefano,  si è sfilato dalla coalizione di centrodestra, autosospendendosi dagli azzurri, per appoggiare il medico Bruno Di Iorio, a capo di una coalizione civica con pezzi importanti di Forza Italia e anche del centrosinistra, in testa i renziani.

Risultato: l’ex parlamentare e consigliere regionale di An, Pdl e Fi, ora leghista, al ballottaggio pur avendo la possibilità di vincere al primo turno, con Di Iorio al terzo posto (20 per cento con circa 6mila voti) ma a 300 consensi dal ballottaggio.

Ora la Lega, azionista di maggioranza in Regione (10 assessori su 17 e 4 assessori su 6) che con il coordinatore regionale, il deputato Luigi D’Eramo, che in queste settimane aveva più volte chiesto a Febbo di dimettersi dalla Giunta regionale, avrebbe preparato un piano per chiedere al governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, la testa dell’assessore al Turismo, peraltro uno dei più attivi e preparati dell’esecutivo.

Tutto ciò mentre lo stesso Carroccio ipotizza di aumentare a due il numero dei sottosegretari alla Presidenza della giunta regionale, con tanto di apposito disegno di legge.

Insomma, c’è aria di terremoto politico che rischia di far implodere il centrodestra al Governo della Regione dal 10 febbraio dello scorso anno, dato che la maggioranza potrebbe assottigliarsi ancora di più nei numeri.

E visto che non saranno tutti d’accordo con la “vendetta” della Lega.

Una situazione di difficoltà che è stata percepita dalla opposizione di centrosinistra, in particolare il Pd, che nella conferenza stampa di commento del voto del 20 e 21 settembre, ha praticamente aperto una campagna elettorale lunga, pur essendo la scadenza elettorale fissata per la primavera del 2024.

In sostanza, il centrosinistra lancia la sfida: “La resa dei conti è già cominciata e noi vogliamo essere un’alternativa credibile – ha spiegato il capogruppo in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, appoggiato dal segretario, Michele Fina, e dal presidente, Manola Di Pasquale. 

Nella conferenza stampa ha annunciato l’ora del redde rationem con al centro della discussione la figura dell’assessore Febbo che a Chieti dopo aver combattuto contro Di Stefano, potrebbe essere determinante per la rimonta di Diego Ferrara, candidato “ufficiale” del centrosinistra.

La posizione di Febbo, si diceva, potrebbe essere ora fortemente a rischio, nonostante l’autosospensione elettorale dagli “azzurri”.

È certo che la Lega reitererà l’istanza di dimissioni già formulata senza ufficialità dal coordinatore abruzzese D’Eramo.

Ed ecco lo scenario con le relative pedine: se Febbo dovesse essere cacciato dalla giunta, tornerebbe in consiglio regionale, dove è stato surrogato da Daniele D’Amario che, a quel punto, uscirebbe di scena.

L’assessore, a quel punto ex, potrebbe addirittura decidere di passare all’opposizione, lasciando all’attuale maggioranza, già orfana di Marianna Scoccia – passata dall’Udc al Gruppo misto e comunque all’opposizione  dopo la rottura con il governatore Marsilio – un solo consigliere di vantaggio: 16 a 15.

In questo scenario, che al momento costituisce l’ipotesi più estrema della grave crisi politica che si è aperta con Febbo, Umberto D’Annuntiis, attuale sottosegretario alla presidenza della Giunta con delega ai Trasporti, in quota Forza Italia, potrebbe diventare assessore, lasciando il posto da sottosegretario all’attuale capogruppo della Lega, Pietro Quaresimale, ex sindaco di Campli.

Quest’ultimo sarebbe rimpiazzato, nel ruolo, dal consigliere regionale Emiliano Di Matteo.

È chiaro che una simile composizione rappresenterebbe un vero e proprio sconvolgimento politico all’interno della giunta regionale e del consiglio, perché dopo soli venti mesi dalla netta vittoria elettorale la maggioranza di centrodestra si ritroverebbe già con un margine molto risicato nei confronti delle opposizioni di centrosinistra e del M5S, e con gravi tumulti all’interno dell’esecutivo.

Ecco perché né Fratelli d’Italia, partito che esprime il presidente Marsilio, né soprattutto Forza Italia puntano a un inasprimento della crisi che nasconderebbe molte incognite e che anticiperebbe di qualche mese l’annunciato rimpasto di deleghe e di uomini, previsto per metà mandato.

C’è da considerare, però, che almeno a Chieti Fratelli d’Italia sembra chiudere a possibili apparentamenti ufficiali per il ballottaggio e, di certo, questo non faciliterà la ricomposizione con Febbo.

Sempre che, invece, non passi il progetto di legge presentato nei giorni scorsi dalla Lega che prevede modifiche allo statuto regionale in modo da aumentare il numero dei sottosegretari da uno a due, senza indennità aggiuntive rispetto a quelle percepite come consiglieri regionali.

Il progetto di legge si compone di tre articoli ed è firmato proprio da Di Matteo.

Motiva la possibilità di nominare un secondo sottosegretario con “l’aumento crescente dell’attività esecutiva e con la correlata necessità di coinvolgere altri soggetti nell’espletamento di funzioni di competenza presidenziale”.

Più lavoro, insomma.

Appare fin troppo semplice immaginare che sarebbe proprio il Carroccio a rivendicare l’eventuale sottosegretario in più: in pole anche in questo caso Quaresimale. (b.s.)