Giovedì, 27 Marzo 2025 AbruzzoStrage familiare all'Aquila: Davide Lanciani dal GipL'autopsia ha confermato che la vittima è stata schiacciata dall'autoE’ previsto per oggi l’interrogatorio di garanzia di Davide Luciani, 60 anni, dipendente di Thales Alenia, accusato di aver ucciso il fratello Stefano, 64 anni, insegnante, dopo averlo colpito con un martello e averlo poi schiacciato con l’auto per ben quattro volte in via Peltuinun nel quartiere aquilano di Pettino. L’autopsia conferma la morte in seguito alle fratture al torace dopo lo schiacciamento. Oggi, pertanto, ci sarà la convalida del fermo di polizia giudiziaria da parte del gip e l’indagato, visto che è sotto choc già da dopo l’arresto, come hanno detto i suoi avvocati che lo hanno incontrato in carcere. potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Alla base della tragedia, forse causata da un raptus incontrollabile, l’eredità della casa paterna. Per ora imputazione è di omicidio volontario aggravato e ha un ruolo importante per l’accusa il fatto che ci sia un video che incastra l’indagato. E non è del tutto da escludere che il pm contesti la premeditazione a fine indagine. Che i due fratelli non fossero in buoni rapporti negli ultimi tempi erano in pochi a saperlo. Don Dante Di Nardo, parroco di Pettino, conosceva bene la famiglia Lanciani e non si era accorto di nulla come ha dichiarato nel programma Rai “La vita in diretta”. “E’ strabiliante l’idea che un fratello uccide l’altro. Mai saputo nulla dei loro contrasti, quella era una famiglia normalissima”. Il prete si rammarica per non aver captato i segni del disagio.Sorpreso anche l’amministratore del palazzo dove si trova l’alloggio oggetto della contesa anche alla luce delle assemblee recenti di condominio dove non è emerso nulla che potesse portare a una tragedia. Eppure i rapporti erano pessimi e non è un caso che in occasione dell’aggressione l’accusato aveva un martello e la vittima aveva portato con sé un piede di porco come se ipotizzasse di doversi difendere. Alla base della vicenda, più in particolare, forse il fatto che la vittima aveva accettato con riserva l’eredità mentre il presunto assassino non era al corrente del fatto che potessero esserci dei debiti. Di lì i contrasti sfociati nel contenzioso e poi nel dramma. |