Venerdì, 14 Aprile 2017 Vasto

La Processione del Venerdì Santo tra due ali di folla strabocchevole

Si è rinnovata anche a Vasto un'antica e partecipata cerimonia di fede e devozione

Si è ripetuto questa sera lungo le strade di Vasto il rito del Venerdì Santo, ovvero la Processione del Cristo morto, che da secoli puntualmente si ripete con larga partecipazione di popolo. Questa sera, complice anche le particolari favorevoli condizioni meteo, la cerimonia è stata seguita in religioso silenzio da decine di migliaia di cittadini che si sono assiepati lungo il tragitto. Il lungo corteo, che ha visto la partecipazione delle Congreghe cittadine e di alcune associazioni di volontariato, si è mosso poco dopo le ore 19 dalla chiesa di Sant'Antonio di via Adriatica. il rito religioso è stato presieduto da don Gianfranco Travaglini, parroco della Cattedrale di San Giuseppe, mentre è stato commentato per tutto lo svolgimento da don Domenico Spagnoli, parroco di Santa Maria Maggiore.

Don Stellerino D'Anniballe, in non perfette condizioni fisiche, ha voluto partecipare lo stesso alla processione facendosi accompagnare su una sedia a rotelle. Le tradizionali figure o simboli della processione, portati a spalla da uomini e donne coronati di spine, hanno conferito quella particolare ed unica suggestione al corteo sfilato in silenzio tra due ali di folla: l’Angelo alato con il calice della passione; la corona di spine posta sul capo di Gesù; la tunica con i dadi, la brocca e il catino usati da Pilato per lavarsi le mani; scala, chiodi, martello e tenaglie, usate per mettere Gesù in croce; la lancia usata dal soldato romano per trafiggere il costato di Gesù e la canna con la spugna imbevuta d’aceto; le lance incrociate e la scritta SPQR impressa su uno stendardo; la Croce di legno con la scritta "Gesù Nazareno Re dei Giudei"; la colonna dove venne flagellato Gesù, il gallo, in ricordo del rinnegamento di Pietro, la mano di Giuda ed il sacchetto con i trenta denari, ricevuti per aver tradito Gesù; ed ancora la Veronica che sorregge il telo con impresso il volto di Cristo. Chiudevano il lungo corteo la statua del Cristo Morto, portato dai confratelli della Congrega del Pio Monte dei Morti, e la statua di Maria Addolorata.
Hanno accompagnato la processione le struggenti note del Miserere del Perosi, intonate dalla Schola Cantorum "A. Zaccardi", diretta dal M° Luigi Di Tullio.

Verso le 20,30 la Processione è giunta dinanzi alla Cattedrale di San Giuseppe dove don Gianfranco Travaglini ha tenuto l'omelia imperniata sulla figura di Nicodemo. Costui era timoroso di farsi riconoscere ma in compagnia di Giuseppe di Arimatea, riconoscendo in Gesù il figlio di Dio, si recò al Sepolcro con mirra ed aloe. I due deposero il corpo dalla croce e lo avvolsero in bende e oli aromatici. Nel luogo dell'esecuzione c'era un giardino con all'interno una tomba mai usata; lì deposero Gesù, in quanto era Parascève e la tomba era quella vicina. Quindi ha preso la parola don Stellerino D'Anniballe che ha invitato tutti ad amare Gesù ed a portarlo in ogni luogo.

Domani, Sabato Santo, giorno di lutto e di silenzio, alle ore 11,00 si rinnoverà la suggestiva processione della Madonna Addolorata, statua lignea di rara bellezza, opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo. Dalla chiesa di S. Francesco di Paola, a piazza Rossetti, muoverà la processione per le strade del centro storico, con la partecipazione delle confraternite, i segni della passione e le donne vestite in abito nero in segno di lutto.