Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
“Apprendo dal quotidiano IL CENTRO del 12 aprile, da dichiarazioni della Professoressa Anna Morgante, Preside della facoltà di Economia presso l’Ateneo “G. D’Annunzio” di Pescara che la cerimonia di proclamazione e di consegna della pergamena ai neo laureati forse non si farà , e che in fondo è “ solo un atto di liberalità”, quindi una sorta di “regalo” che la Università fa agli studenti e quindi, visto che il Rettore e il Direttore Generale sono stati interdetti , i neo – laureati possono benissimo farne a meno, passare in segreteria e ritirare la pergamena come si fa per un semplice certificato all’Anagrafe. Mi vedo quindi costretto ad intervenire sull’argomento, nella mia doppia veste di genitore di un “neolaureato, ma senza proclamazione” e anche come presidente di Ascom Abruzzo per la città di Pescara.
Parlare di proclamazione come di una cerimonia priva di valore vuol dire innanzitutto non aver nessuna cognizione del significato “altamente simbolico” che la proclamazione riveste non solo per i diretti interessati, ma per tutti i i familiari ed amici che non a caso quel giorno si stringono intorno a chi ha portato a termine un percorso che voglio immaginare ancora importante, spesso con sacrifici non solo personali, ma anche del nucleo familiare che lo ha sostenuto.
Significa negare ai genitori la soddisfazione di ascoltare le fatidiche parole “ti proclamo ecc” e magari di scoppiare in lacrime di commozione che non si possono certo negare in un momento di gioia.
Significa che il mondo degli adulti dichiara di non saper “accogliere” dentro di sé chi ha studiato anni per entravi a far parte.Significa spezzare una consuetudine o una prassi che nella sua forma è diventata sostanza. Significa che nell’animo di questi giovani e delle loro famiglie la negazione di questo momento solenne sminuisce comunque, seppure solo da un punto di vista psicologico, il valore dei loro sforzi; significa che pagano comunque il prezzo di colpe non loro.
Significa che una società che rinuncia a cuor leggero ai suoi simboli perde di identità e diventa sempre più decadente.
Questo in linea generale, ma poi, ci sono altri aspetti che non possono essere taciuti, come ad esempio che di fronte ai “fuori sede” , agli occhi dei non corregionali, l’Ateneo di Pescara fa una pessima figura e d’ora in poi si dirà che qui non ti fanno neanche la proclamazione perché la considerano superflua e questa non è una bella pubblicità certamente.
E poi, come presidente di Ascom Abruzzo per la Città di Pescara, non posso tacere che negare la cerimonia significa anche arrecare un danno economico rilevante ai nostri esercenti, agli alberghi, ai ristoranti, ai bar dove parenti ed amici si sarebbero riuniti per festeggiare il neo dottore.
Può darsi che la facoltà di economia non sia ricettiva a comprendere il valore simbolico di una cerimonia, ma i danni da lucro cessante dovrebbero essere concetti più accessibili, spero.
Fossi stato la Preside, al di là di firme e tutto il resto, avrei radunato i ragazzi magari in giardino, avrei fatto loro un bel discorso di ringraziamento , di saluto e di augurio e poi li avrei mandati a festeggiare contenti , con o senza pergamena.
Cari neolaureati, se non lo fa l’Ateneo, fatelo voi: cercatevi un posto , anche all’aperto, e incoronatevi da soli”.
Franco Pasquale, presidente Ascom Abruzzo di Pescara