Mercoledì, 21 Gennaio 2009 Abruzzo

Il Governatore Chiodi subito davanti al Gip

E' difeso da un neo assessore e dal futuro sottosegretario alla presidenza

Pubblicato su "Il Messaggero"

di TEODORA POETA

TERAMO - Sul neo governatore della Regione, Gianni Chiodi, l'udienza preliminare sulla discarica "La Torre" di Teramo inizia a pesare più di una spada di Damocle. A difenderlo i suoi due legali, nonché fedeli amici e uomini ormai conosciuti all'Emiciclo: il neo assessore regionale allo Sviluppo del turismo e alle Politiche culturali, Mauro Di Dalmazio, e futuro sottosegretario alla presidenza Enrico Mazzarelli. La giornata di ieri per loro è stata lunga. Come tante altre, d'altra parte, ma questa volta si sarebbe dovuto decidere un possibile rinvio a giudizio del governatore Chiodi, accusato di crollo colposo della discarica avvenuto il 17 febbraio 2006, quando era ancora sindaco di Teramo, e utilizzo illegittimo della discarica senza autorizzazione. Accuse infondate per i due legali, secondo i quali l'aspetto del mancato controllo sarebbe un fatto puramente tecnico-gestionale. L'allora sindaco, essendo un commercialista e non un addetto specializzato alle discariche, avrebbe, di conseguenza, agito seguendo i pareri positivi dei tecnici.
Il mandato quinquennale alla Regione di Chiodi, insomma, si apre con vecchi strascichi. Con lui, tra gli imputati, spunta anche il consigliere regionale dei Ds Claudio Ruffini, ex presidente della Provincia di Teramo, presente, invece, per tutta la giornata in tribunale e difeso dall'avvocato Gennaro Lettieri. Nell'elenco degli imputati compaiono altre 12 persone, tra amministratori e tecnici: Angelo Sperandio, ex sindaco di Teramo; Berardo Rabbuffo, ex vice sindaco di Teramo nella Giunta Chiodi e assessore con delega alla discarica; Ernino D'Agostino, attuale presidente della Provincia di Teramo; Nicola Di Antonio, responsabile comunale alla discarica; Maria Daniela Marcozzi Rozzi, direttrice dell'Arta provinciale; Maria Pia Gramenzi, responsabile dell'Arta per la discarica; Carlo Taraschi, progettista; Marcello Catalogna, geologo progettista; Roberto Di Giovanni, tecnico della discarica; Ferdinando Di Sanza, dirigente del settore Ambiente ed energia della Provincia; Massimo Di Giacinto, ex dirigente regionale del settore Ambiente, e Franco Gerardini, dirigente del settore Ambiente della Regione. Per tutti le accuse ipotizzate dal pm Valentina D'Agostino vanno dall'attività di gestione dei rifiuti non autorizzata alla deturpazione di bellezze naturali, inquinamento dell'aria, falso materiale, omessa denuncia di reato fino al crollo colposo. Ieri, in apertura dell'udienza preliminare (rinviata poi al 26 febbraio), c'è stata la costituzione di parte civile del Wwf Italia, del comitato "La Torre", di Francesco Di Diomede, di quattro residenti che vivono a pochissima distanza dalla discarica crollata e del Comune di Teramo in azione popolare che ha chiesto un risarcimento di 10 milioni di euro.