Importante risarcimento danni di 50 mila euro più gli interessi maturati in 80 anni per ingiusta detenzione nei campi di concentramento dopo l’8 settembre 1943 , per gli eredi di due famiglie del Vastese grazie all’avvocato Domenico Manzi e a un pool di suoi colleghi. Il risarcimento è avvenuto perchè sono stati riconosciuti i requisiti per accedere al fondo istituito dal Governo Draghi, presso il MEF, come disposto dal DL 36/2022 art. 43.
La sentenza ha trattato la questione individuando la deportazione come “crimine contro l’umanità”.
A riportare la notizia, stamane, a firma di Paola Calvano, è il quotidiano dell’Abruzzo Il Centro che, per la circostanza, ha ascoltato l’avvocato Domenico Manzi.
” Il fondo prevede il risarcimento a favore degli eredi delle vittime di ingiusta detenzione per i periodi in cui i detenuti e deportati italiani sono stati internati nei campi di concentramento o di lavoro forzato.
Luoghi di indicibile sofferenza ed atrocità, in cui gli italiani hanno sofferto la fame, la violenza, la lontananza e la solitudine, arrivando a morire di stenti . C’è anche chi è sopravvissuto con il ricordo di anni indelebili di dolore.
La norma prevede il ricorso nei confronti della Repubblica Federale di Germania e quindi il pagamento da parte dello Stato italiano a favore delle vittime civili o militari”.
In Abruzzo lo Studio legale TIBI IUS , composto dagli Avvocati Massimo Sambuco del foro de L’Aquila, Domenico Manzi del foro di Vasto ed Antonio Di Renzo e del Foro di Lanciano, è stato uno dei primi ad occuparsi della materia, conoscendo la normativa e sostenendo decine di istanze risarcitorie, preoccupandosi di diffondere il più possibile l’opportunità di vedersi riconosciuto un degno risarcimento, seppur solo economico, per i patimenti sofferti dai congiunti.
Il Tribunale de L’Aquila due giorni fa ha emesso le prime due sentenze, a firma del Giudice Annarita Giuliani, a favore di A. T. e L. M. S. rispettivamente di Pollutri e di Casalbordino ma residente a Pescara, quali eredi dei rispettivi padri, militari deportati in Germania, con accoglimento totale delle domande formulate e con la condanna della Repubblica Federale di Germania a risarcire la somma di 50.000 euro ciascuno oltre gli interessi calcolati dal 01 gennaio 1945 ad oggi.