Mercoledì, 26 Novembre 2025 AbruzzoMarsilio, “Il governo Meloni ci salvi"Senza deroga a 126 milioni di euro è defaultI conti della Regione Abruzzo sono vicini al collasso a causa del buco della sanità ormai fuori controllo e la maggioranza di centrodestra a trazione Fratelli d’Italia guidata dal meloniano Marco Marsilio ha chiesto aiuto a Roma. Non sapendo più a che santo votarsi ed avendole provate tutte, tra cui l’aumento delle tasse, il forcing del governatore per parametri più equi nella ripartizione del fondo sanitario nazionale e almeno tre manovre milionarie che hanno prosciugato tutti i capitoli, tecnici ed amministratori hanno gettato la spugna e si sono rivolti ufficialmente al governo nazionale amico di centrodestra e al premier Giorgia Meloni, leader di FdI: tutto ciò per evitare il baratro, cioè la impossibilità di approvare bilancio e finanziaria e di tornare tra le Regioni canaglia con un inevitabile nuovo commissariamento. Proprio alla vigilia della sessione dedicata ai conti e a poco più di un mese dalla scadenza per approvare i due documenti, si attendono, con una certa apprensione, notizie dalla Capitale, in particolare nell’ambito della legge di stabilità: la richiesta è la deroga a non accantonare il debito della sanità di 126 milioni di euro per il 2025. Senza questa “autorizzazione” non si riuscirà a redigere il bilancio di previsione per il 2026. Marsilio e soci, confermati un anno e mezzo fa per un secondo, storico, mandato fino al 2029, hanno chiesto aiuto ai parlamentari meloniani, in particolare i senatori Guido Liris ed Etel Sigismondi. È stato quest’ultimo a presentare un emendamento perché Liris, capogruppo della commissione Bilancio di FdI, non può firmare emendamenti in quanto relatore della legge di stabilità per la quarta volta consecutiva. Ma a condurre la battaglia, per come si sono messe le cose, è proprio l’aquilano Liris, naturalmente sostenuto da Sigismondi, originario di Vasto ma aquilano di adozione avendo nel capoluogo regionale anche sposato Ersilia Lancia, assessore meloniana al Turismo del Comune: infatti oggi l’emendamento sulla sanità abruzzese, probabilmente allargato ad altre Regioni in deficit, si discuterà in un tavolo tra governo e relatori, all’interno di un pacchetto di emendamenti riguardanti Enti Locali, sisma e italiani all’estero. Fuori, quindi, dai 414 emendamento salvati dai circa 6mila presentati. A dare forza all’istanza il fatto che il territorio sarebbe in maggiore difficoltà rispetto ad altre Regioni alle prese con il deficit per via dei due terremoti del 2009 e del 2016-2017. Secondo quanto si è appreso, anche se in Abruzzo tra le forze di maggioranza in apparenza c’è aria di ottimismo, l’impresa a Roma sarebbe tutt’altro che facile visto che l’Abruzzo non è certo l’unica regione che contrasta il buco della sanità. C’è chi scommette che ci saranno roventi polemiche però in Abruzzo il centrodestra attende la fumata bianca a tal punto che più di un big alla guida della Regione avrebbe addirittura invitato i dirigenti del comparto bilancio guidati dal capo dipartimento, Fabrizio Giannangeli, ad inserire nella delibera di Giunta che approva il bilancio l’emendamento in questione. Naturalmente, la proposta “indecente” è stata respinta e rinviata al mittente visto che sarebbe una macroscopica violazione delle norme. Intanto, tutto è fermo su bilancio e finanziaria regionale di cui non si parla affatto. A far pensare che Marsilio e il suo fidato assessore alla Salute Nicoletta Verì, siano molto speranzosi, il fatto che nelle ultime sedute in tre manovrine, per le opposizioni fondi a pioggia, sono stati stanziati fondi per rifinanziare leggi saccheggiate proprio per recuperare il deficit scoppiato molto gravemente ad inizio di questa legislatura. Comunque, alternativa non ci sarebbe. Da molti anni lo Stato non ripiana più il deficit sanitario e quindi impone l’accantonamento di soldi propri alle Regioni: con questo obbligo di legge, andrebbero in default i conti abruzzesi. Respirerebbe un cauto ottimismo anche l’assessore al ramo Mario Quaglieri, anche lui di FdI, chirurgo ed ex sindaco di Trasacco, recordman di preferenze con circa 12mila euro alle elezioni del marzo scorso. A stretto giro il momento della verità. (b.s.) |
