Venerdì, 8 Agosto 2025 AbruzzoMANOPPELLO E MARCINELLE UNITE NEL DOLOREA 69 ANNI DALLA TRAGEDIA CON 60 VITTIME ABRUZZZESIEra l’8 agosto del 1956 quando si verificò una delle più gravi tragedie della storia nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. Morirono 262 minatori, 136 italiani, di cui 60 abruzzesi, 22 di Manoppello, (Pescara), per le ustioni, il fumo e i gas tossici. E oggi Marcinelle e Manoppello sono unite nel dolore. In Belgio, come riporta il Centro, il sindaco di Manoppello, Giorgio De Luca, insieme agli assessori Roberto Cavallo e Noemi Tridenti, è a Charleroi, ospite della direzione dell’ex sito minerario, oggi museo e centro studi, patrimonio Unesco guidato da Colette Ista, per prendere parte alle commemorazioni ufficiali promosse dal Belgio, alla presenza di autorità italiane ed europee. Presente fra gli altri l’abruzzese Pierre Di Toro, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. A Manoppello le celebrazioni sono presiedute dal vice sindaco, Giulia De Lellis con il presidente del consiglio comunale Davide Iezzi. Prevista la lettura dei nomi dei minatori abruzzesi, la deposizione della corona d’alloro al monumento che li ricorda con la partecipazione di familiari e testimoni, tra cui Lucia Romasco, vedova di uno dei minatori scomparsi, e i membri dell’associazione “Marcinelle per non dimenticare” guidata da Davide Castellucci. Presente il presidente della Regione, Marco Marsilio, insieme a parlamentari e consiglieri regionali, ha partecipato anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri “Ricordare quell’evento luttuoso – ha detto Marsilio – oltre ad essere un dovere, mi consente anche di esprimere l’orgoglio di essere il presidente della Giunta regionale che, insieme al Consiglio regionale, a quasi 70 anni di distanza da quella immane tragedia, ha finalmente costituito, con legge regionale, una Fondazione che ha il compito di continuare a tramandarne il ricordo. Tra l’altro – ha proseguito il Presidente – quest’anno, grazie ad una recentissima manovra di assestamento, abbiamo anche previsto la prima provvista per il suo funzionamento e speriamo di poter venire a inaugurare presto i locali e veder partire, finalmente, le attività rivolte soprattutto ai giovani studenti. Questo – ha spiegato Marsilio – per evitare che la grande opportunità di aver sentito le testimonianze dalla viva voce delle persone e delle famiglie direttamente coinvolte nella tragedia di Marcinelle possa svanire con il naturale passare del tempo. Anche se – ha concluso il presidente della Regione – il fatto che, di recente, libri, cinematografia e documentari si siano interessati, a più riprese, di questa tragedia, vuol dire che questo evento continua a essere presente nella società e a interrogare le coscienze”. A seguire il ricordo prosegue nel cimitero comunale, vicino alla restaurata basilica del Volto Santo, per una visita alla cappella “Vittime di Marcinelle” dove riposano i minatori manoppellesi morti nell’incendio minerario dell’8 agosto 1956. Celebrazioni anche nei comuni limitrofi di Turrivalignani, Lettomanoppello e Serramonacesca-Passo Lanciano e si concludono la sera, alle ore 21 in piazza Marcinelle, con il recital Reditus, la via del ritorno. L’intera giornata è promossa dal Comune di Manoppello, in collaborazione con il Centro studi Marcinelle, l’oratorio San Nicola, la Pro loco di Manoppello e l’associazione Marcinelle per non dimenticare. A Pescara la Cisl AbruzzoMolise, insieme a Femca, Fnp, al Patronato Inas e al sindacato Belga Csc, organizza l’evento teatrale “Piano 1035 – Promessa senza ritorno. Sotto il pavimento del mondo”, alle ore 18 all’Aurum. L’opera, scritta da Thomas Otto Zinzi e Rosario Iaccarino, e diretta da Thomas Otto Zinzi, rientra nel progetto miniera th8z .L’iniziativa si propone come un momento di riflessione civile e sindacale, di memoria collettiva e di impegno concreto per la tutela del lavoro e della dignità della persona. LA TRAGEDIA Le cause della tragedia, come riporta AdnKronos, fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori. Si disse che all’origine del disastro fu un’incomprensione tra i minatori, che dal fondo del pozzo caricavano sul montacarichi i vagoncini con il carbone, e i manovratori in superficie. Il montacarichi, avviato al momento sbagliato, urtò contro una trave d’acciaio, tranciando un cavo dell’alta tensione, una conduttura dell’olio e un tubo dell’aria compressa. Erano le 8 e 10 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido: ‘Tutti cadaveri’. i Ci furono due processi, che portarono nel 1964 alla condanna di un ingegnere (a 6 mesi con la condizionale). In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco. La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra. Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore. L’Italia a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Per convincere gli uomini a lavorare nelle miniere belghe, si affiggono in tutta Italia manifesti che presentano unicamente gli aspetti allettanti di questo lavoro (salari elevati, carbone e viaggi in ferrovia gratuiti, assegni familiari, ferie pagat |