Dal consigliere regionale Vincenzo Menna riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
Accogliamo con moderato ottimismo quanto riferito ieri in Aula dall’assessore Tiziana Magnacca in merito alla vicenda Stellantis. Il piano industriale annunciato dall’azienda va certamente monitorato con attenzione, ma è evidente che da solo non basta: serve un intervento urgente e coordinato di tutte le forze politiche, sia a livello nazionale che europeo, per modificare un quadro normativo che rischia di mettere in seria difficoltà la produzione e l’occupazione.
È fondamentale distinguere tra la produzione di autovetture e quella di veicoli commerciali. Se per le auto è forse realistico raggiungere nel medio termine gli obiettivi europei sulle emissioni, per i veicoli commerciali – soprattutto nel breve periodo – questo appare molto più complicato. Le regole attuali impongono sanzioni rigide a chi non rispetta i parametri ambientali, e questo meccanismo finisce per penalizzare realtà produttive come quella di Atessa, dove i margini di manovra sono ridotti e il rischio occupazionale è altissimo.
Stellantis ha annunciato la realizzazione di un parco fotovoltaico e nuovi investimenti, ma – come già sottolineato dall’amministratore delegato Imparato – senza un adeguamento del quadro normativo europeo, questi segnali rischiano di diventare allarmanti più che rassicuranti. La prospettiva di un piano di incentivi all’uscita volontaria per i dipendenti resta sul tavolo, e questo è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.
Accogliamo con favore l’attenzione manifestata dalla Regione verso la possibilità di istituire un Centro per l’innovazione e la ricerca nella Val di Sangro. Peccato che nella scorsa legislatura la giunta Marsilio non abbia dato seguito al Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) proposto dall’amministrazione comunale di Atessa e approvato a livello governativo. Forse oggi, con quel progetto già attivato, avremmo qualche freccia in più al nostro arco per affrontare la crisi.
Occorre inoltre colmare i ritardi accumulati in questi anni, anche su questioni apparentemente secondarie ma in realtà strategiche, come la viabilità, la segnaletica, il rifacimento dei manti stradali e la manutenzione ordinaria delle aree industriali. Sono passati dodici anni dalle richieste avanzate da Sergio Marchionne: all’epoca la politica – sia di destra che di sinistra – non ha saputo rispondere con i fatti.
Oggi abbiamo a disposizione 7,5 milioni di euro di fondi FSC: vanno messi a terra il prima possibile per recuperare il tempo perso. Un piano serio di ammodernamento dell’area industriale della Val di Sangro, seppure in ritardo, renderebbe il nostro territorio più attrattivo, non solo per il settore automotive ma anche per nuove realtà produttive. È necessario garantire servizi reali alle aziende che, in questi anni, hanno continuato a pagare canoni senza ottenere in cambio infrastrutture adeguate.
Infine, per aumentare la quota di produzione di veicoli elettrici del 20%, Stellantis si trova oggi a dover ridurre quella dei veicoli diesel. Ma questa transizione, accelerata più dalle regole europee che dalla domanda di mercato (che, anzi, è in calo: -17% in Europa, -16% per Stellantis), rischia di produrre effetti devastanti sull’occupazione.
Per tutte queste ragioni, serve un cambio di rotta deciso, a tutti i livelli istituzionali. L’unità d’intenti tra le forze politiche non è un’opzione, ma una necessità per tutelare il lavoro e garantire un futuro sostenibile al nostro territorio.
Vincenzo Menna