Sabato, 26 Luglio 2025 AbruzzoLa Giunta Marsilio taglia del 30% i premi di produzioneDirigenti in rivolta mentre arrivano le diffide dei sindacatiCome se non bastassero in Regione Abruzzo i pesantissimi tagli di bilancio, per oltre 45 milioni di euro per far fronte in qualche modo al bubbone rappresentato dal deficit della sanità, a rendere ora il clima incandescente, con un nuovo scontro tra burocrazia e la maggioranza del centrodestra di Marco Marsilio di Fdi, è la decisione arrivata con una delibera di giunta, la 425 del 9 luglio, che taglia del 30% le retribuzioni di risultato dei dirigenti. Il pagamento è stato disposto solo al 70% per una delle voci di stipendio di direttori e dirigenti, a causa del non rispetto dei tempi di pagamento a favore dei fornitori dell’ente, ovvero, questa l’esatta dicitura, “per problematiche relative al rispetto dei tempi di pagamento delle fatture commerciali”. Si tratta, va precisato, di un atto di indirizzo, “rinviando a successivi atti, da assumere all’esito del perfezionamento delle menzionate verifiche, la erogazione della residua quota nella misura massima del 30%”. Ma tanto è bastato per provocare un pandemonio; una decisione “sorprendente”, ha immediatamente tuonato in una missiva venuta in possesso di Abruzzoweb, il Direts, sindacato autonomi dei dirigenti e direttivi enti territoriali e sanità, che ha diffidato l’amministrazione ad annullare in autotutela la delibera incriminata. La lettera è stata inviata al direttore del dipartimento Risorse Fabrizio Giannangeli, al dirigente del Servizio Innovazione, Fabrizio Pieri, al dirigente del Servizio Personale, Marco De Santis, e per conoscenza al presidente delle Giunta Regionale Marsilio e all’assessore al Bilancio e Personale, Mario Quaglieri. Nella lettera, in punta di diritto, il segretario regionale Direts, Pietro De Camillis, e il rappresentante aziendale Roberta Rizzone citano innanzitutto l’articolo 4-bis del decreto-legge 13 del febbraio 2023, e si dice chiaro e tondo: in base alla norma, “i contratti individuali di lavoro debbono essere necessariamente integrati. E la mancata loro integrazione costituirebbe, nel caso di applicazione ai dirigenti di riduzioni della retribuzione di risultato, un vizio molto grave di fronte al giudice che, ricordiamolo, nel caso di specie sarebbe quello del lavoro, portato per sua natura a conoscere delle vertenze del lavoro alla luce delle previsioni normative e contrattuali. Se la fonte degli obiettivi annuali connessi ai tempi di pagamento deve essere il contratto, nessun’altra fonte può essere ammessa”. Come a dire: la legge prevede il pagamento del 100%, se quanto fatto è in linea con gli obiettivi, da qui la minaccia di diffida. I dirigenti regionali abruzzesi, lo ricordiamo, percepiscono 47.015 euro annui di retribuzione tabellare, dai 35.000 ai 45.000 euro di retribuzione di posizione, e poi appunto la retribuzione di risultato, che nel 2024, a leggere le tabelle della Regione variano dai 14.000 ai 24.000 euro annui, a seconda anche degli incarichi doppi per coprire ad interim le varie posizioni. Più ricco, ma non di molto lo stipendio dei direttori: 47.727 euro di retribuzione tabellare, a cui si aggiungono 69.750 euro di retribuzione di posizione, e infine intorno a 24.000 euro di retribuzione di risultato, per arrivare a 140mila euro lordi annui. Nella delibera, prosegue il Direts, non si tiene conto del fatto che non sono stati stabiliti i criteri guida in base ai quali verrà effettuata la decurtazione, e inoltre “gli obiettivi annuali relativi al rispetto dei tempi di pagamento assegnati devono essere definiti prima In soldoni se non sono stati fissati obiettivi relativi alla tempistica dei pagamenti, non si può stabilire a posteriori che gli obiettivi non sono stati raggiunti. Occorre infatti “un sistema che distingua e regoli i ritardi dovuti dalle singole unità organizzative da quelli della ragioneria”, occorre altresì “stabilire quali siano le conseguenze del ritardo attraverso una disciplina dei casi e una graduazione della gravità dei ritardi”, e che “gli obiettivi annuali relativi al rispetto dei tempi di pagamento assegnati debbano essere definiti Occorre “tener conto delle quantità di fatturazione di ogni dirigente”, visto che ci sono dirigenti ai quali non sono imputabili codici di fatturazione. Grave insomma che si sia fatta di tutta l’erba un fascio. Infine “l’infelice formulazione della norma, poi, richiede agli operatori una lettura ragionevole: poiché si dice che l’obiettivo deve essere valutato in misura non inferiore al 30% e ciò potrebbe essere ancorato al fattore valutativo dentro il quale l’obiettivo si colloca”. Nella delibera, si citano alla base della decisione, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr (Pnc), nonché l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune, che impongono tutte “la riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni”. E poi ancora una circolare dei dipartimenti della Ragioneria Generale dello Stato e della Funzione |