Leggo che domani mattina verranno inaugurati in pompa magna a San Salvo la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità e la circostanza non può che farmi piacere, esattamente come mi ha rallegrato la recente inaugurazione nella stessa Citta consorella del cosiddetto COT , acronimo di Centrale Operativa Territoriale, la struttura delegata a prendersi carico delle persone nella fase post-ospedaliera. Alcune considerazioni però non posso esimermi dal fare a margine di questi avvenimenti, se non altro per stimolare risposte che non trovo, almeno sul piano della logica.
La prima e più importante delle questioni che vorrei porre riguarda il criterio a cui si attiene la Asl nell’impiego delle risorse finanziarie, derivanti in questo caso dal PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza). La questione non è di poco conto perchè mi sembra di poter dire con assoluta tranquillità che esiste un grosso squilibrio tra quanto è stato impegnato per San Salvo ( 3.500.000 euro per le sol e strutture inaugurande) e quanto per altre località, a cominciare da Vasto.
C’è una logica in tutto questo? Se c’è vorrei saperlo, così come gradirei sapere perchè alla velocità con cui si procede a realizzare strutture e servizi a San Salvo non corrisponde uguale solerzia da parte della direzione generale della Asl. per quelle individuate per Vasto, a cominciare dall’ospedale di comunità che dovrebbe essere realizzato ( ma quando?) presso l’ex Inam di via Michetti.
Non credo di fare dello stupido campanilismo nel porre queste domande ma di porre sul tappeto problematiche che non vengono sollevate dai politici a tutti i livelli di rappresentanza, sia locale che regionale e/o nazionale e nel fare appello ad un criterio di programmazione seria ed equilibrata delle risorse. E che logica c’è, mi vien da aggiungere, in tutto questo se a questa cascata di denaro pubblico speso a macchie non uniformi di leopardo corrisponde il degrado continuo, inarrestabile del presidio sanitario principale? Ma che direttore generale è mai questo che ci ritroviamo (soltanto Dio sa perchè !) se rincorre ed asseconda la facile politica clientelare e di favori e non vede che il San Pio, in barba al nome, non registra un benchè minimo miracolo ed il riguardo che gli è dovuto come ospedale di primo livello?
I reparti sono ridotti al lumicino; i medici scappano o non vogliono venire; il personale sanitario, tecnico e manutentivo è a ranghi ridotti; la mensa non funziona; l’obitorio somiglia a quello dell’ospedale di Mogadiscio; le apparecchiature sono obsolete ed anche quelle piu moderne funzionano male, come, ad esempio, la RMN che per quanto nuova non è in grado di fare esami con mezzo contrasto, e il Direttore generale pensa a rincorrere…farfalle.
Mi chiedo: c’è forse un disegno dietro a tutto questo? Si nasconde qualcosa dietro questo depotenziamento dell”ospedale e dietro il silenzio ch’e calato dopo le elezioni regionali intorno alla realizzazione della nuova sede? Lo ignoro, seppur sono portato a pensare qualcosa, ma la politica, i partiti, (tutti, di destra come di sinistra) i deputati, i senatori, i consiglieri regionali, i sindaci che fanno?
Giuseppe Tagliente