Sabato, 30 Marzo 2024 Chieti

Studio innovativo di radiologia di Chieti sulla risposta alle terapie

Promosso dall’Istituto di Radiologia dell’Università “Gabriele d’Annunzio” e della Asl, diretto dal professor Massimo Caulo

La Radiologia Medica”, rivista ufficiale della Società italiana di radiologia medica (IF 8.9), ha appena pubblicato uno studio promosso dall’Istituto di Radiologia dell’Università “Gabriele d’Annunzio” e della Asl di Chieti, diretto dal professor Massimo Caulo, sulla predizione della risposta al trattamento radiochemioterapico dei pazienti con tumore del retto localmente avanzato.

Lo studio, scritto e coordinato da Andrea Delli Pizzi, medico radiologo e ricercatore dell’ateneo teatino, è frutto di una ricerca traslazionale in cui algoritmi di intelligenza artificiale aiutano a selezionare biomarcatori predittivi di risposta al trattamento non solo dalle immagini di risonanza magnetica, ma anche da sangue periferico.

«Siamo i primi al mondo a proporre, per il momento su un numero ancora ridotto di pazienti, un approccio “multi-omico” di questo tipo sul tumore del retto – spiega Delli Pizzi -. Ci auguriamo che questo lavoro possa attrarre altri ricercatori al fine di ampliare il nostro database, nell’ottica di un trattamento sempre più personalizzato per i pazienti oncologici. Assieme al professor Caulo abbiamo pensato di unire le “forze” di due scienze “omiche” come la “radiomica” e la “metabolomica” grazie alla solida collaborazione con il professor Domenico Genovesi, direttore della Radioterapia oncologica e del Dipartimento dei servizi della Asl Lanciano Vasto Chieti, e con i professori Damiana Pieragostino, Paola Lanuti, Piero Del Boccio e Piero Chiacchiaretta del Centro studi e tecnologie avanzate (Cast) della “d’Annunzio”. Alla ricerca hanno contribuito ricercatori internazionali tra cui Stefano Trebeschi e la professoressa Regina Beets-Tan (Past-President della Società europea di imaging oncologico – Esoi e Past-President della Società europea di radiologia gastrointestinale e addominale -Esgar) del Netherlands Cancer Institute».