Venerdì, 15 Marzo 2024 AbruzzoLa mafia nigeriana in Abruzzo: la Cassazione esclude aggravante di stampo mafiosoCi sarà un nuovo processo per tre dei sei imputatiLa Corte di Cassazione ha rigettato ieri il ricorso proposto dal procuratore generale presso la Corte di appello dell’Aquila e ha accolto i ricorsi di tre dei sei imputati per i quali ci sarà un nuovo giudizio davanti alla Corte di appello di Perugia nella vicenda riguardante la mafia nigeriana insediatasi in Abruzzo. Per altri 3 è stata confermata la sentenza di secondo grado con esclusione, dunque, come conferma l’avvocato Carlotta Ludovici, dell’aggravante dei metodi di stampo mafioso come da sentenza di secondo grado. Si ricorda che la sentenza del primo grado di giudizio, composta da 136 pagine di motivazioni, aveva riconosciuto tutti gli imputati colpevoli del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. oltre che dei reati contestati a vario titolo, dalle truffe di varia natura, all’indebito utilizzo di carte clonate, dall’utilizzo di passaporti falsi alla detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, allo sfruttamento della prostituzione e ad altri reati), con condanna a pene detentive e pecuniarie severe. Poi, con la più mite sentenza di appello ora confermata, si è passati da anni 12 e mesi sei di reclusione a 4 anni e 4 mesi di reclusione, oltre alla revoca della misura dell’interdizione legale. L’indagine è venuta alla luce il 24 aprile del 2021 quando la Polizia di Stato ha seguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di trenta cittadini nigeriani: il capo del ramo italiano aveva scelto L’Aquila come propria dimora, pensando che una città periferica si prestasse meglio a mimetizzare le attività illecite dei Black Axe. Strategia errata perché gli investigatori dello Sco, della Squadra Mobile e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura dell’Aquila li hanno comunque intercettati. |