Mercoledì, 27 Settembre 2023 Abruzzo

Regionali 2024: D'Amico lancia la sfida a Marsilio

"Diriitto alla felicità, nuovo ecosistema sviluppo”

“Dobbiamo impegnarci per il diritto alla felicità ma non del singolo, ma per la felicità pubblica, dell’intera comunità. A fine ‘700, l’economista Antonio Genovesi pensava ad altro rispetto al modello di economia  basato sugli interessi egoistici, ma parlava di economia civile, basata sul perseguimento del benessere dell’altro, perché nessuno deve essere lasciato indietro. Per far questo occorre creare in Abruzzo un nuovo ecosistema dello sviluppo, serve un nuovo patto per l’Abruzzo, per farla tornare a volare”.

Questo uno dei passaggi del primo del candidato presidente della Regione alle elezioni di marzo, Luciano D’Amico, al Museo delle Genti d’Abruzzo.

Abruzzoweb ha seguito in diretta l’evento: https://fb.watch/njFYC8PClA/

Il 63enne nato a Torricella Peligna,  in provincia di Chieti, docente di Economia aziendale ed ex rettore all’Università di Teramo ed ex presidente della Tua, la società regionale del trasporto pubblico è sostenuto dalla coalizione di Abruzzo insieme, composta da Partito democratico, Movimento 5 stelle, Italia viva che correrà insieme a  Socialisti e + Europa, e ancora Demos, Sinistra Italiana, Articolo uno ed Europa verde, e i civici di Polis.

Dovrà sfidare il candidato del centrodestra, il presidente uscente Marco Marsilio di Fratelli d’Italia.

Fuori dalla coalizione, almeno per ora la sola Azione, del segretario regionale e deputato Cesare Sottanelli che si è chiuso in silenzio stampa, dopo aver spaccato il fronte cercando di imporre come candidato, di tutta la coalizione, l’ex parlamentare e consigliere regionale Carlo Costantini.

Affiancato da alcune giovani sostenitrici e sostenitori, ha ringraziato in apertura “le associazioni, il civismo, le forze politiche che compongono la coalizione. Auspico che se ne aggiungano altre: la pluralità è la ricchezza del progetto politico che andremo ad elaborare, un patto per l’Abruzzo da scrivere ascoltando le cittadine e i cittadini, con cui cercheremo di far tornare l’Abruzzo ai tassi di sviluppo che merita, che sia all’altezza dell’entusiasmo che ho già iniziato a riscontrare”.

Si tratta di una regione, ha detto D’Amico, “in bilico tra il conseguimento di una capacità di sviluppo in grado di autoalimentarsi e un grave arretramento. Questo mentre siamo di fronte a sfide di carattere epocale, che coinvolgono in primo luogo la rivoluzione dei sistemi di produzione. Non possiamo perdere questo treno: accadde già 150 anni al Mezzogiorno, che fu costretto in seguito a una continua rincorsa. Si tratta di sfide che se da un lato minacciano ciò che siamo, dall’altra offrono scenari di opportunità impensabili. Vanno raccolte facendo in modo che proposte delle forze della coalizione possano mettere a frutto nuove modalità di insieme”.

Se il programma andrà sviluppato con i cittadini lungo le linee guida che la coalizione ha definito, il candidato ha posto da subito la visione alla base del lavoro di elaborazione dei prossimi mesi: “I bisogni della nostra regione vanno affrontati in una prospettiva nuova. La salute in primo luogo va immaginata in modo globale. Un marchigiano ha un’aspettativa di vita di quasi un anno in più rispetto a un abruzzese: è un problema ampio, che riguarda ad esempio anche il fatto che quattro bambini su dieci nella nostra regione rischiano a causa di una cattiva alimentazione di sviluppare patologie croniche. Dobbiamo fare in modo che non accada e naturalmente affrontare le gravi difficoltà che attanagliano la sanità abruzzese”.

Poi per D’Amico occorre “creare un ecosistema dello sviluppo, basato su un’economia sempre più basata sulla conoscenza e in grado di sconfiggere le molteplici forme di povertà, economica, sociale e culturale. Non possiamo più permetterci che competenze come quelle dei laureati abbandonino la nostra regione, è su queste dobbiamo puntare. Sempre facendo riferimento alle Marche, regione confinante e per certi versi paragonabile alla nostra, si registra qui un tasso di occupazione di dieci punti percentuali superiore al nostro: è una differenza che va colmata, occorre rimuovere una serie di ostacoli che impediscono alle abruzzesi agli abruzzesi di concorrere allo sviluppo della nostra regione. In Abruzzo deve essere piacevole vivere, l’Abruzzo deve attrarre imprese e cittadini”.

Ha concluso citando John Fitzgerald Kennedy: “Andremo sulla luna perché è difficile: il nostro progetto è impegnativo, perché la Regione Abruzzo lo merita e l’impegno sarà tanto maggiore quanto l’entusiasmo che già lo accompagna”. E facendo riferimento alle sue origini umili, ha sottolineato: “Le istituzioni e la comunità mi hanno consentito di studiare e di realizzare il mio progetto di vita. Mi sento di dovere restituire all’Abruzzo tutto quello che ho ricevuto. Vorrei che anche ai giovani di oggi fossero offerte quelle opportunità che io ho avuto”.