Mercoledì, 17 Agosto 2022 AbruzzoIn Abruzzo irregolarità in 2 attività su 3 controllate da ispettoriChi è in piena regola è praticamente una eccezioneIn Abruzzo quasi due attività economiche su tre, il 64,7% sono risultate nel 2021 con irregolarità anche gravi a seguito dei controlli. E si arriva 82,3% nelle attività servizi alloggio e ristorazione e all’ 83,3% nei servizi informazione e comunicazione. Chi è in piena regola è praticamente una eccezione. Sono i desolanti dati contenuti nella Relazione annuale sull’attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), relativa al 2021. Che getta una luce inquietante sulla giungla che in molti, troppi casi diventano i luoghi di lavoro, con un numero di contratti irregolari e anche di lavoro nero senz’altro elevatissimo. A livello italiano, su 62.710 ispezioni definite da Inl, oltre il 62% è risultato irregolare: 39.052 (numero totale nei settori terziario, edilizia, industria e agricoltura) hanno comportato l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti. E ancora, su 84.679 ispezioni definite complessivamente da Inl, Inps ed Inail, il 69% è risultato complessivamente irregolare, con un incremento in materia previdenziale (+17%) e assicurativa (+42%). Gli indici di irregolarità più elevati si riscontrano nell’edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarità notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, ad esternalizzazioni e interposizioni illecite. Il record spetta alla Marche, 83,4% delle attività ispezionate risultate irregolari, seguita da Veneto 73,6% e Molise 70,5%. L’Abruzzo è nella media, ed ecco il focus sulla situazione regionale. Sono stati effettuati nel 2021, anno comunque segnato dal covid, 1.050 accertamenti, di cui 353 nel terziario, 615 nell’edilizia, 81 nell’industria e appena 1 nell’agricoltura. Controlli relativi a prestazioni previdenziali, verifiche amministrativo contabili, verifiche protocolli contrasto contagio Covid-19, e altri accertamenti, come autorizzazioni e impianti audiovisivi. Poi sono state effettuate 2.830 ispezioni in materia di condizioni di lavoro dei dipendenti, ovvero sui loro contratti e sulle misure di sicurezza e salute: 205 in agricoltura, 200 nell’industria, 1.407 nell’edilizia, 991 nel terziario. Il totale complessivo di accertamenti e controlli è dunque di 3.853 in un anno. Ed ecco i risultati: hanno presentato irregolarità il 75,7% delle attività ispezionate nel settore del terziario, il 73,6% nell’industria, 58,3% in Agricoltura, il 57% in edilizia. Con un media del 64,7%. Ci sono poi ambiti specifici dove le irregolarità sembrano essere la regola, e non l’eccezione: il 75,5%, nel settore “Commercio all’ingrosso e al dettaglio”, per arrivare all’82,3% nelle “Attività servizi alloggio e ristorazione” e all’83,3% nei “Servizi informazione e comunicazione” C’è poi il settore “Fornitura acqua; reti fognarie, gestione rifiuti” con l’80% di irregolarità e “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, con il 75%. A destare allarme è poi la piaga del lavoro nero: in Abruzzo sono 552 i lavoratori senza alcun contratto scoperti in un anno, grazie ai controlli, con in testa i servizi supporto alle imprese, (89), attività manifatturiere (86) commercio all’ingrosso e al dettaglio (82), agricoltura (61), Costruzioni (60). Riguarda solo l’agricoltura il fenomeno del caporalato, con 94 casi scoperti. Dei 443 casi di illeciti relativi all’orario di lavoro, essi concentrano soprattutto nel manifatturiero (128), servizi supporto alle imprese (66), sanità e assistenza sociale (56), commercio (53), servizi di alloggio e ristorazione (36). Questo il commento contenuto nella relazione: “Sebbene in un’accezione non meramente tecnica, il tema del lavoro sommerso, della sicurezza del lavoro, delle tutele del lavoro costituisce il principale campo di attività dell’Ispettorato, che ha portato a una diminuzione del lavoro sommerso dell’8 % in presenza dell’incremento dell’attività ispettiva. Più ispezioni, meno lavoro nero. Meno lavoro nero, meno concorrenza sleale. Laddove si tutela la legalità del lavoro, si tutelano diritti individuali e collettivi, la legalità del mercato, la buona impresa. Con il massivo inserimento delle nuove forze ispettive e con la sinergia di tutte le istituzioni si può prevedere un più efficace contrasto al lavoro sommerso, irregolare, illegale, insicuro. Per la prima volta l’organico ispettivo rispetta ampiamente, per l’Italia, il rapporto tra numero di ispettori e imprese indicato dall’OIL e dal Parlamento Europeo”. |