Domenica, 18 Ottobre 2009 Abruzzo

Il “Caso Masci” scuote anche la Regione

Il capogruppo del Pdl Giuliante a testa bassa contro l’alleato: a rischio la sua poltrona

Pubblicato su "Il Messaggero"

L’entrata a gamba tesa è arrivata dopo il fischio finale. E a leggere bene tra le righe costerà a Gianfranco Giuliante il cartellino rosso: via dalla poltrona di capogruppo del Pdl in Regione. Lo chiede felpatamente Ricardo Chiavaroli, uomo forte della galassia Piccone, lo pretende più apertamente Lorenzo Sospiri, che in una nota invita il capogruppo «prestare la propria attenzione all’amministrazione regionale, augurandoci che quanto prima voglia convocare il gruppo». Un appuntamento che assomiglia molto a una minaccia. Che più del fioretto, arma adatta al rango, Giuliante ami il randello s’era già capito in occasione di trame correntizie; l’intervento di ieri sul caso Masci a fuoco già spento dai vertici pescaresi del Pdl, ha solo chiarito il concetto. Di buon’ora, una nota di Giuliante chiede a Piccone e Di Stefano di riunire il coordinamento del Pdl per affrontare le fibrillazioni delle giunte pescaresi, Provincia e Comune, causate da Pescara futura, la creatura di Masci che però è anche componente della segreteria regionale del Pdl e assessore con la medesima targa. «No agli alleati di lotta e di governo», tuona Giuliante.
Il caos provocato dalla lettera è ben descritto dalle frenetiche riunioni che hanno occupato tutta la mattinata, fino ad un pranzo nella quiete del Sea-river con i suddetti Piccone e Di Stefano più Lorenzo Sospiri, Chiavaroli, Testa e Albore Mascia, presidente e sindaco messi in croce dal movimentismo di Pescara futura. Poco prima, Filippo Piccone aveva chiacchierato per mezz’ora con l’enigmatico Carlo Masci, il quale dice di voler «pungolare e stimolare» le amministrazioni pescaresi per il bene del territorio, ma nero su bianco ha fatto contestare dai suoi la scelta dei dirigenti della Provincia. Ad ogni modo, alla fine un chiarimento interviene, ma dopo che Giuliante ha dato fuoco alle polveri, con il risultato obiettivo di mettere in difficoltà il coordinatore pescarese del partito Lorenzo Sospiri che risponde per le rime. E il problema, improvvisamente, non è più Carlo Masci.