Martedì, 16 Novembre 2010 Vasto

Amianto, benefici per la pensione

Il tribunale del lavoro accoglie la richiesta di 27 operai

Pubblicato su "Il Centro"

di Anna Bontempo

Hanno diritto ai benefici previdenziali previsti da una legge del 1992, con i relativi adeguamenti pensionistici, ventisette operai della ex Magneti Marelli (oggi Denso), che hanno prestato la loro attività lavorativa nello stabilimento di Piana Sant'Angelo, nella zona industriale di San Salvo, dal 1972 al 1990.

Per circa un ventennio i lavoratori, la maggior parte dei quali in pensione, sono stati esposti all'amianto, sostanza responsabile di patologie gravi ed irreversibili, tra le quali anche una gravissima forma di cancro denominata Mesotelioma. Il riconoscimento agli arretrati e agli interessi legali sulla pensione è contenuto nella sentenza del giudice del lavoro, Caterina Salusti, che ha accolto il ricorso degli ex operai e condannato l'Inps a corrispondere i benefici previdenziali.

E' la seconda sentenza del genere emessa dal tribunale di Vasto che negli anni scorsi aveva riconosciuto lo stesso diritto a diciannove dipendenti della ex Svoa, la fabbrica di Punta Penna riconvertita nel 1992 in Ecofox per la produzione di carburante ecologico (ecodiesel). Solo che in questo caso i lavoratori hanno dovuto attendere ancora alcuni anni e inscenare diverse forme di protesta per ottenere la liquidazione degli emolumenti economici.

Un importante precedente che ha spianato la strada anche ai lavoratori della ex Magneti Marelli, assistiti nel contenzioso dall'avvocato Luigi Pignatelli, lo stesso legale che ha rappresentato e difeso nella loro lunga battaglia giudiziaria gli operai ex Svoa.

«Siamo riusciti a provare la prolungata esposizione all'amianto, sostanza che la Magneti Marelli ha in seguito rimosso dalla fabbrica di San Salvo», commenta il difensore, «tale circostanza ha reso particolarmente difficoltosa la ricostruzione dei fatti. Sono state importanti sia la consulenza tecnica d'ufficio affidata dal giudice all'ingegner Alfredo Palmitesta, sia quella di parte commissionata all'ingegner Orlando Catanesi. Le perizie hanno determinato per ogni singolo ricorrente il livello di esposizione, che è risultato superiore ai limiti di legge», conclude l'avvocato Pignatelli.

Il legale ricorda anche il ruolo determinante avuto dal presidente dell'associazione "Esposti amianto", Pietro Polidori, che nel 2005 ha curato, per conto dei lavoratori, l'inoltro delle domande per il riconoscimento dei benefici previdenziali, creando il presupposto per il ricorso.