Martedì, 18 Gennaio 2022 AbruzzoRigopiano 5 anni dopo mentre si attende ancora il processo"Aspettiamo Giustizia", fiaccolata per le vittimeLa neve, la valanga, il freddo, le grida, i morti: a Rigopiano, 5 anni dopo, il dolore punge senza sosta e, al ricordo delle 29 vittime, si affianca la richiesta di giustizia per i familiari, ancora in attesa dell’avvio del processo. Per il quinto anno consecutivo i parenti delle 29 vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), saranno sul luogo del disastro per commemorare i propri cari. Il 18 gennaio 2017 nel resort di lusso con spa a 1.200 metri, sul versante pescarese del Gran Sasso, ci sono 40 persone tra ospiti e dipendenti. In quelle ore l’Abruzzo è alle prese con l’emergenza neve: migliaia di persone sono senza luce e centinaia le richieste di aiuto. Non solo, quel giorno ci sono anche quattro scosse di terremoto, di magnitudo 5.1. Gli ospiti dell’Hotel hanno paura e vogliono andare via, ma c’è troppa neve. Poche ore prima della valanga ci sono diverse richieste di aiuto per sgomberare la strada dalla neve: l’amministratore dell’hotel invia una mail alle autorità: “La situazione è davvero preoccupante”, scrive. E poi le telefonate di Gabriele D’Angelo, cameriere dell’Hotel, morto sotto le macerie; mentre la sorella di Roberto Del Rosso, proprietario del resort, va in Provincia a chiedere aiuto. Richieste rimaste senza risposta, con gli ospiti e i dipendenti dell’albergo bloccati dalla neve e in attesa, dopo aver fatto i bagagli ed essersi radunati nella hall, di uno spazzaneve che non arriverà mai. Quando mancano pochi minuti alle 17, una valanga di neve e ghiaccio del peso di 120.000 tonnellate, lanciata ad una velocità compresa fra i 50 e i 100 chilometri orari, travolge l’albergo portandosi via la vita di 29 persone. Alle 17.40 la telefonata di Giampiero Parete, cuoco di Montesilvano, uno dei sopravvissuti, al suo datore, Quintino Marcella, che dà l’allarme. Marcella non viene creduto, ma non si arrende ed insiste. Nella sua prima telefonata una funzionaria della Prefettura di Pescara lo liquida con la frase ‘la mamma degli imbecilli è sempre incinta’. Alle 19 Parete riesce a parlare di nuovo con il 118 e i soccorsi si mettono in moto. Dopo oltre 12 ore e dopo aver affrontato la tormenta e scalato muri di neve, i soccorritori arrivano su cio’ che resta Un dolore senza fine per i familiari delle 29 vittime, che dopo cinque anni sperano che si arrivi al più presto alla definizione del processo. Ventinove imputati su trenta hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. L’avvio della discussione è però legato al deposito della perizia disposta dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su alcuni aspetti fondamentali riguardanti, tra le altre cose, possibili cause di innesco della valanga, i tempi di verificazione, l’entità e i suoi effetti sul territorio. L’elaborato peritale inizialmente doveva essere depositato lo scorso 12 gennaio e poi discusso nel corso della prossima udienza fissata per il 28 gennaio. I periti, tre docenti del Politecnico di Milano, ossia gli ingegneri Claudio e Marco Di Prisco e il nivologo Daniele Bocchiola, hanno però chiesto una proroga di 90 giorni. Questo comporterà inevitabilmente un allungamento di qualche mese dei tempi del processo, che potrebbe comunque concludersi entro il 2022. Il 28 gennaio dovrebbe intanto arrivare la prima decisione del gup, il quale dovrà decidere se rinviare a giudizio, come chiesto dall’accusa, o prosciogliere l’ex sindaco di Farindola, Antonio LA FIACCOLATA Fiaccolata, alzabandiera, deposizione fiori e messa: saranno ricordate sul luogo della tragedia le 29 vittime della valanga che 5 anni fa travolse l’hotel resort di Rigopiano. “Noi lottiamo da 5 anni per dare giustizia ai nostri angeli e per far sì che mai più si ripeta quello che è successo a Rigopiano”, hanno scritto in una nota i promotori del comitato vittime. “Ora più che mai abbiamo bisogno del vostro contributo, affinché non si spengano i riflettori su una tragedia italiana che si poteva e si doveva evitare”, hanno insistito riferendosi ai media. Tra i presenti anche i volontari del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese i quali hanno voluto ricordare: “Un’esperienza terribile, che – sottolinea il presidente Daniele Perilli – ha segnato tutti noi soccorritori. Ritrovare però alcuni ospiti dell’hotel ancora vivi è stato emozionante per chi come noi ha partecipato alle ricerche fin dalle prime ore, anche se siamo e saremo sempre vicini alle famiglie delle 29 persone rimaste uccise dalla valanga. A questi 29 angeli se ne aggiungono altri 4, vittime della furia del Velino, di cui il 25 gennaio ricorre il primo triste anniversario”. LE VITTIME Claudio Baldini (40 anni) e la moglie Sara Angelozzi (40 anni) di Atri (Teramo); Luciano Caporale (54 anni) e la moglie Silvana Angelucci (46 anni) entrambi parrucchieri di Castel Frentano (Chieti); Valentina Cicioni (32 anni), di Monterotondo (Roma), infermiera al Gemelli, era con il marito Giampaolo Matrone, rimasto ferito ma estratto vivo dalle macerie; Sebastiano Di Carlo (49 anni) ristoratore di Loreto Aprutino e la moglie Nadia Acconciamessa (47 anni) pescarese. Il loro figlio, Edoardo, si è salvato; Domenico Di Michelangelo (41 anni), poliziotto di Osimo e la moglie Marina Serraiocco (36 anni), anche lei di Osimo. Il loro figlio, Samuel, si è salvato; Piero Di Pietro (53 anni) allenatore di calcio, e la moglie Rosa Barbara Nobilio (51 anni); venivano da Loreto Aprutino; Stefano Feniello (28 anni) di Valva (Campania) ma residente a Silvi Marina. La sua fidanzata, Francesca Bronzi, si è salvata; Marco Tanda (25 anni), pilota di aereo di Macerata e la fidanzata Jessica Tinari (24 anni) di Vasto; Foresta Tobia (60 anni) dipendente dell’agenzia delle Entrate e la moglie cinquantenne Bianca Iudicone di Montesilvano; Marco Vagnarelli (44 anni) e la compagna Paola Tommasini (46 anni), di Castignano (Ascoli); il proprietario dell’hotel Roberto Del Rosso (53 anni); il maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino (42 anni) di Farindola; il receptionist Alessandro Riccetti (33 anni) di Terni; il receptionist Emanuele Bonifazi (32 anni), di Pioraco (Macerata); il cameriere Gabriele D’Angelo (31 anni), di Penne (Pescara); la cuoca Ilaria De Biase (22 anni) di Chieti; Marinella Colangeli (32 anni), di Farindola (Pescara) gestiva la Spa dell’hotel; Cecilia Martella (24 anni), di Atri, lavorava nel centro benessere; Linda Salzetta (31 anni), di Farindola, lavorava nel centro benessere. Suo fratello Fabio si è salvato perché si trovava fuori dall’hotel al momento della valanga; Luana Biferi (30 anni), giovane calciatrice, lavorava nello staff, di Bisenti (Teramo); il tuttofare Dame Faye (30 anni), rifugiato senegalese. |