Giovedì, 8 Aprile 2021 AbruzzoSospiri e Monaco a giudizio: promesse di incarichi e soldi in cambio di votiL'indagini fa riferimento alla campagna elettorale per le regionali 2019Presunte promesse di incarichi, non mantenute, e soldi in cambio di voti alle elezioni regionali del febbraio 2019. Con queste accuse andranno il 6 luglio a giudizio davanti il Tribunale monocratico di Pescara il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, l’ex consigliere regionale del Partito democratico e sindaco di Rosello, Alessio Monaco, candidato per +Abruzzo alle ultime regionali, e l’ex dirigente medico della Asl di Pescara, ed ex consigliere comunale di Pescara Vincenzo Dogali. Il pm Andrea Di Giovanni titolare dell’inchiesta per corruzione elettorale, ha stabilito la citazione diretta a giudizio, saltando la fase del gup. Secondo l’accusa, se pure dai due fronti opposti, sia Sospiri, sia M0naco, a differenza del primo non rieletto, si sarebbero rivolti a Dogali che avrebbe avuto a disposizione un suo nutrito bacino di voti. L’inchiesta è figlia di quella che ha attenzionato Dogali per l’attività abusiva che avrebbe svolto in ospedale anche dopo il 2015, quando era andato in pensione. Nelle intercettazioni Dogali si impegna a fare campagna elettorale per Sospiri, nella provincia di Pescara, e secondo l’accusa avrebbero poi concordato un incarico a vantaggio Dogali, che però non è mai avvenuto. Monaco invece per avere voti nel collegio di Chieti avrebbe dato direttamente a Dogali 200 euro, da girare ad infermieri per fare campagna elettorale negli ospedali della provincia. Sospiri sulla vicenda aveva già affermato che “durante le campagne elettorali i candidati parlano e si confrontano con tutti i cittadini che, a quanto sia possibile sapere, si ritengono onesti. E soprattutto ci si confronta con chi ha anche una personale esperienza politica. In merito al ‘caso’ Dogali, all’ex consigliere comunale non è mai stato assegnato alcunché, come accertato dalle indagini condotte dalla stessa Procura, ma soprattutto, aggiungo, non è stato promesso alcun incarico quale contropartita per una presunta cessione di voti”. |