Martedì, 16 Giugno 2020 AbruzzoRete ospedali bordate all'assessore alla sanità Nicoletta VerìAumento di 66 posti in terapia intensiva. Scontro in CommissioneIl piano è stato prima illustrato in commissione, la quinta presieduta da Mario Quaglieri (Fratelli d’Italia). Poi è stato approvato in giunta: oggi sarà inserito sulla piattaforma telematica predisposta appositamente per ottenere i finanziamenti. Da questa operazione la Regione Abruzzo conta di portare a casa i 10 milioni di euro previsti. Si tratta del piano di riordino della rete Covid, quello predisposto mettendo a sistema gli interventi fatti finora in emergenza e quelli da realizzare nel corso dei prossimi mesi. Il documento è stato presentato dall'assessore regionale alla salute, la leghista Nicoletta Verì, insieme al capo dipartimento Claudio D’Amario e al direttore dell'agenzia sanitaria regionale, Alfonso Mascitelli. Il piano, in sostanza, recepisce le direttive ministeriali in materia di interventi per fronteggiare l'epidemia da coronavirus. E quindi mette nero su bianco il potenziamento delle terapie intensive e semi intensive, l'ammodernamento dei pronto soccorso, in particolare per quanto riguarda la separazione dei percorsi tra pazienti normali e pazienti sospetti e l’acquisto di mezzi di trasporto i doni al biocontenimento, uno per ogni Asl provinciale. In totale si prevedono 66 posti letto in più di terapia intensiva e 92 di terapia semi-intensiva. Questi ultimi andranno riconvertiti da quelli già esistenti. Il documento trae origine dalle direttive del decreto legge 34 dello scorso 19 maggio e dalla circolare ministeriale del 29. L’aumento dei posti letto viene fatto in base a un coefficiente (0,14 per mille abitanti) che è stato applicato in modo proporzionale alla popolazione e non in base alla curva del contagio, proprio per evitare squilibri sia in termini funzionali che di risorse finanziarie. Le nuove terapia intensive saranno così ripartite: 16 all’Aquila, 18 a Chieti, 16 a Pescara (comprese le 4 di area pediatrica obbligatorie), 16 a Teramo. I posti letto, dunque, saliranno a 189 in totale. I 92 di semi-intensiva, invece, sono già in dotazione delle singole Asl e andranno obbligatoriamente riconvertiti. Anche qui con numeri omogenei: 21 all’Aquila, 26 a Chieti, 24 a Pescara e 21 a Teramo. Esclusi dalla strategia i privati: tutto, come prevedono le norme, andrà fatto sulla rete pubblica. I Pronto soccorso saranno potenziati con 300 mila euro l’uno quelli dei Dea di primo livello (i sette ospedali principali d’Abruzzo), con 200 mila euro gli altri. L’ospedale di Atessa sarà un presidio tutto dedicato alla riabilitazione cardio-polmonare, con 42 posti letto. Per il personale sono previsti 9 milioni, ma 4 sono destinati agli incentivi e quindi non sono per ulteriori assunzioni e 4 sono per chi opera nelle terapie intensive. Nel documento c’è anche un cronoprogramma secondo cui tutto sarà terminato, al massimo, entro 9 mesi dall’approvazione del piano. La Verì ha sottolineato “l’equità” del piano. D’Amario ha ipotizzato che così facendo si eliminerà il problema storico delle terapie intensive abruzzesi. Critico Pierpaolo Pietrucci (Pd): "Tramonta l’idea degli ospedali no-Covid paventata da Cosenza, collaboratore della Verì – ha detto – In più vorrei sapere se c’è stata concertazione con i sindacati". Poi ha attaccato l’Asl dell’Aquila, "l’unica dove si licenzia sotto Covid". Duro anche Sandro Mariani (Abruzzo in Comune): "È un pastrocchio, stiamo aspettando da mesi la rete ospedaliera, si procede in maniera furbesca". “Nessuna visione sulla programmazione sanitaria presentata oggi dall’Esecutivo, si tratta dell’applicazione delle direttive ministeriali e null’altro. Niente di nuovo per i presidi ospedalieri, se non l’annuncio di investimenti resi possibili da risorse passate o dai fondi Covid. È trascorso quasi un anno e mezzo, ma la Giunta di centrodestra sulla sanità non riesce proprio a programmare”, hanno commentato i consiglieri del gruppo Pd in Consiglio regionale “L’unica sorpresa sono semmai le divergenze di vedute affiorate sul territorio in questi giorni, commentano il capogruppo Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci : a partire dalle esternazioni degli esponenti della Giunta che rispondono ad Albani ma non dicono cosa vogliono fare loro, passando per il divario fra il manager di Lanciano Vasto Thomas Schael e D'Amario o l’assessore Nicola Campitelli e l'assessore Verì su Atessa, che ancora una volta smentisce le promesse fatte dal centrodestra in loco. Il problema è proprio questo, dalla propaganda della campagna elettorale, in cui affermarono di voler mettere mano alla rete ospedaliera e all’edilizia sanitaria, ai fatti e alle azioni concrete, c’è di mezzo un mare di problemi e promesse che questo esecutivo non riesce ad affrontare, perché non pianifica. Basti pensare che nel 2021 approveremo il programma del 19/21, bypassando 2019 e 2020. Il tema principale resta il medesimo: qual è il valore aggiunto posto in essere da questo governo regionale? E a proposito di domande, ce n’è un’altra che varrebbe una risposta per gli abruzzesi, perché è di risorse pubbliche che parliamo: che ne è dei 14 milioni di disavanzo della sanità che non sono stati ancora coperti? Che fine hanno fatto e come intendono mettere riparo, forse con la delibera illegittima sull'ospedale di Chieti? Il piano della nuova Rete Covid presentato prende atto da richieste che arrivano dal Ministero, in primis il potenziamento di Rianimazione, Malattie Infettive e Pneumologia e i Pronto Soccorso, che però è solo una piccolissima parte dell’intervento che servirebbe sull’intera rete ospedaliera, ma è comunque sganciato dalla realtà, basti pensare a quello che sta accadendo in tutte le province dove non è stata mantenuta alcuna promessa elettorale”. Americo Di Benedetto (Legnini presidente) ha chiesto alla Verì di prendere in considerazione due aspetti: le difficoltà che si registrano sul tema delle liste di attesa e il piano, annunciato dal ministro Roberto Speranza, di utilizzare i fondi europei in arrivo per la riapertura degli ospedali chiusi nel periodo di criticità economiche. Francesco Taglieri, Movimento Cinque Stelle, si è detto preoccupato per la sorte degli ospedali minori e ha auspicato che con i fondi in arrivo la sanità abruzzese possa cambiare volto. Anche lui ha chiesto di poter entrare subito nel dibattito sul nuovo piano della rete ospedaliera. Stesso auspicio di Marianna Scoccia, consigliere Udc fuori dalla maggioranza e sindaco di Prezza: “Per l'ospedale di Sulmona non ci sono finanziamenti, se non quelli previsti per il potenziamento dei pronto soccorso e per l'adeguamento alle misure di sicurezza. La sanità regionale è allo sbando, chiediamo all'assessore Verì di capire cosa si vuole fare per il riordino della rete ospedaliera”. |