Venerdì, 14 Novembre 2025 AbruzzoD’Alfonso, “I tavoli di Governo al Mef bocciano la Regione”Si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio“‘L’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro (sanitario) in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro'”. “Le parole, che suonano come un verdetto, una sentenza inappellabile, non sono di Luciano D’Alfonso” – scrive in una nota lo stesso deputato dem -, “ma sono le conclusioni (pag. 156) del verbale della riunione congiunta del Tavolo Tecnico al MEF per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza-LEA che ha bocciato la gestione della sanità regionale”. “La data di redazione – aggiunge D’Alfonso – è quella del 10 luglio 2025, il protocollo di ricezione è del 5 novembre 2025. In mezzo ci sono 156 pagine di piombo che certificano un disavanzo, un buco, per 103milioni 783mila euro, ci sono grassetti di richiami, di relazioni richieste da Roma e mai inviate, di indirizzi normativi non rispettati, di silenzi istituzionali e cartacei. C’è l’indicazione di Governo che chiede addirittura la chiusura di due punti nascita, quello di Lanciano e quello di Sulmona, per carenza di parti, fatta salva una richiesta di proroga che va però motivata e giustificata”. “Al Tavolo e nel Comitato non è seduto il Pd – rimarca -, ma ci sono i rappresentanti dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e della Salute, dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Coordinamento salute delle Regioni – Regione Emilia Romagna e dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome – Regione Veneto. E in quella riunione c’erano anche i rappresentanti della Regione Abruzzo e l’Advisor contabile che quindi da 4 mesi sono a conoscenza del nubifragio di obiezioni e di inadempimenti e soprattutto della minaccia esplicita di Commissariamento”. “Veniamo ad alcuni dei punti più drammatici di quella relazione: il Conto economico Consuntivo 2024 presenta un risultato d’esercizio in disavanzo per 103,783 mln di euro (pag.154), misura pari al valore massimo annuo del disavanzo sanitario registrato nell’ultimo triennio. A fronte di tale squilibrio Tavolo e Comitato hanno stabilito che l’importo del gettito fiscale regionale è da ridestinare obbligatoriamente al Servizio sanitario regionale ex ante e da stanziare nella missione 13 del bilancio finanziario regionale, per la garanzia dell’equilibrio economico del SSR, essendo venute meno le condizioni che avevano consentito alla Regione di riacquisirne la disponibilità per finalità extrasanitarie; Lo squilibrio dei conti continua a peggiorare anche nel 2025: la Regione Abruzzo presenta un risultato d’esercizio del Conto economico per il primo trimestre del 2025 in disavanzo di circa 25milioni di euro (pag.120), che secondo una proiezione lineare sull’anno, lascia già prevedere un disavanzo di almeno 99milioni di euro, tanto da sollecitare attenzione sulla dimensione dei rinnovi contrattuali per il personale dipendente e convenzionato. Secondo l’Advisor la proiezione ponderata in realtà lascia prevedere un disavanzo di 126milioni 800mila euro per il 2025, tanto che la stessa Regione nel corso della riunione ha cercato di giustificare il proprio operato annunciando tagli sul costo del personale per il 2 per cento. Parole che non hanno convinto i rappresentanti del Ministero secondo i quali ‘la Regione non mostra segni di miglioramento dei conti (pag.121), i dati sembrano confermare lo stato di squilibrio economico del 2023 e del 2024, non coerente con gli obiettivi di risanamento previsti dal Piano di rientro’, dunque ‘l’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano; Il Tavolo ha ricordato alla Regione l’obbligo di rispettare l’Accordo sottoscritto per il Piano di rientro ai sensi della legge n. 311/2004 richiamando la legislazione in materia, in caso di inadempienza nell’attuazione del Piano di rientro (pag.154), ovvero l’intervento statale tramite il Consiglio dei Ministri, che procede alla nomina del Commissario ad acta con poteri straordinari per predisporre e attuare il Piano, bloccando anche iniziative legislative regionali ostacolanti e limitando la spesa sanitaria regionale; Mancano i chiarimenti e le carte inerenti ai controlli normativi obbligatori sulle cartelle cliniche sui ricoveri nella sanità pubblica e in quella privata (pag.147); Mancano le indicazioni gestionali sull’organizzazione della rete ospedaliera, lasciando sostanzialmente a ogni Azienda sanitaria la decisione in piena autonomia circa la predisposizione di Unità Operative Semplici o Complesse/Dipartimentali, con la duplicazione scontata di strutture e dei relativi costi. Tavolo e Comitato hanno chiesto alla Regione di specificare il numero di Unità Operative Complesse e Unità Operative Semplici/Dipartimentali, ospedaliere e non, che possono essere previste da ciascuna azienda, in coerenza con gli standard del decreto ministeriale n. 70/2015 e con la necessità di ridurre le apicalità in eccesso, sollecitando nuovamente la modifica della legge regionale n. 60/2023 (pag.146); Sulle cure palliative la Regione ha raggiunto un punteggio di appena 2,5 su 5, insufficienti i posti letto in Hospice, insufficiente l’assistenza domiciliare-ADI nei confronti dei pazienti malati di tumore (pag.152-153); Negativa la verifica complessiva degli adempimenti vista l’assenza di una cornice programmatoria approvata, che non consente di riscontrare il raggiungimento degli obiettivi del Programma Operativo: Manca l’approvazione del Manuale di accreditamento delle strutture private, ancora fermo in Commissione (pag.147); Mancano gli adempimenti sulle esenzioni (pag.147-148); La Regione è inadempiente nella definizione dei punti nascita, anzi ancora dal 2022 risultano attivi due punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, il Polo ospedaliero di Sulmona dell’Annunziata e il Polo Ospedaliero Renzetti Lanciano. Per entrambi la Regione non ha effettuato richiesta di deroga. Per il punto nascita di Sulmona, dove c’è una sola ostetrica in servizio per ciascun turno lavorativo, risulta un numero insufficiente di parti anche nel 2023, e per il punto nascita di Lanciano è confermata un’ulteriore riduzione nel 2023, appena 348 parti. Il Tavolo ministeriale ha chiesto di valutare la ‘disattivazione’ di entrambi, ovvero la loro chiusura (pag.148 e 153); ·Il Tavolo ha sottolineato un esubero di strutture eroganti prestazioni di emodinamica di 5 Unità Operative e ha chiesto la riduzione delle linee di attività in essere, secondo i parametri previsti, cioè una ogni 300.000 abitanti, partendo dall’Ospedale di Vasto (pag.149); Restano critiche le liste di attesa e i dati inerenti ai programmi di screening oncologici di prevenzione (pag. 150); Bocciata la gestione dell’emergenza-urgenza: la Regione Abruzzo non riesce a rispettare i tempi massimi per nessuno dei codici di maggiore gravità, mettendo a rischio la vita dei pazienti (pag.153); “Ho toccato solo alcune delle discrepanze e delle criticità più emergenziali di un verbale che ha degli aspetti drammatici per il presente e il futuro della sanità abruzzese, che né la serafica simpatia dell’assessore delegato alla Sanità Verì né l’apparente perentorietà romana del Presidente potranno in qualche modo annebbiare né tantomeno mascherare. Credo sia arrivato il momento di scavare nei cassetti della nostra sanità per cercare le carte, quelle vere”, conclude D’Alfonso. |
