Sabato, 1 Novembre 2025 VasteseLa Procura dei minori chiede l'affidamento dei ragazziLa giustificazione: "Una scelta per preservare il rapporto con la natura"Nell’entroterra abruzzese, in un bosco del Vastese, c’è un rudere isolato. Qualcuno, tra quelli che lo hanno raggiunto, parla di una struttura fatiscente, senza luce, acqua e gas, con pareti lesionate. Intorno, una roulotte di piccole dimensioni, un’area per allevare animali e un sistema di bagno a secco. Qui una coppia di origine anglosassone cresce i propri tre figli: una bambina di otto anni e due gemelli di sei. I piccoli non vanno a scuola e non hanno un pediatra. Una situazione che i magistrati definiscono di “grave pregiudizio”, tanto da chiedere un intervento immediato del tribunale con l’affidamento dei bambini ai servizi sociali e la riduzione della responsabilità genitoriale. La famiglia, difesa dall’avvocato Giovanni Angelucci, rigetta ogni accusa e sostiene che i figli stanno bene e che si tratta di una scelta di vita consapevole. La vicenda emerge incidentalmente nell’ottobre 2024, quando carabinieri e sanitari intervengono dopo un’intossicazione da funghi. In seguito al ricovero, scattano le prime segnalazioni sulle condizioni di vita. Subito dopo, la famiglia si rende temporaneamente irreperibile e il fascicolo viene trasferito per competenza ad altra procura. Quando i genitori rientrano in Abruzzo, gli atti tornano ai servizi sociali del territorio. Così viene effettuato un nuovo sopralluogo che conferma le condizioni abitative precarie. A marzo di quest’anno il fascicolo passa dunque alla procura per i minorenni dell’Aquila: la magistrata Angela D’Egidio chiede l’affidamento immediato, la limitazione della responsabilità genitoriale sulle questioni sanitarie e scolastiche e perizie psicodiagnostiche sulla coppia. Il tribunale fissa un’udienza e, nel frattempo, i servizi sociali propongono un progetto minimo: accesso alle cure, frequenza scolastica e incontri in un centro socio-psico-educativo. I genitori inizialmente firmano, ma poi si oppongono presentando certificati medici, una perizia tecnica e l’attestato di idoneità alla classe terza della figlia maggiore. Per i loro bambini hanno scelto l'”un-schooling”, rifiutando l’obbligo scolastico. “In ogni caso – sottolinea l’avvocato Angelucci – non si è in presenza di violenza”, né di quel “disagio o devianze che caratterizzano certi nuclei familiari”. Il legale chiarisce poi che i genitori sono economicamente indipendenti e che i piccoli stanno bene. Secondo l’avvocato si tratterebbe, invece, di una scelta di vita ben precisa, da parte della famiglia, che mira a “preservare il rapporto uomo e natura”, richiamando modelli alla Rousseau e Thoreau, tra pedagogia alternativa e ambientalismo. |