Sabato, 18 Ottobre 2025 Nazionali

CRESCE ECONOMIA SOMMERSA E ILLEGALE

ISTAT, AUMENTA IL LAVORO IRREGOLARE

Nel 2023 più del 10% del Prodotto interno lordo italiano è stato frutto di un’ economia sommersa e illegale che sfugge al fisco e che ha ripreso a crescere. In aumento anche il lavoro irregolare che nello stesso anno è salito a 3 milioni e 132mila unità a tempo pieno (+4,9% rispetto al 2022).

Lo ricorda l’Istat nel suo ultimo report sull’ economia nascosta.

Il valore aggiunto di questa economia, “non osservata”, si è attestato infatti a 217,5 miliardi di euro con un aumento di 15,1 miliardi (+ 7,5%) rispetto al 2022 (quando era 202,4 miliardi) cifra che ha portato la quota di Pil generato da attività sommerse o illegali da 10,1 al 10,2% (nel 2023 il Pil dell’Italia è stato di 2.142,602 miliardi).

La parte più rilevante della fetta di valore aggiunto è generato dall’economia sommersa che da sola, nel 2023, ha prodotto valore aggiunto per 197,6 miliardi (pari a 9,2% sul Pil). Di questi, 185 miliardi di euro, sono il valore prodotto dal sommerso nel lavoro, alimentato da sotto-dichiarazioni e lavoro irregolare. Una cifra, quest’ultima, cresciuta di 14,5 miliardi in un solo anno quasi il valore di una Finanziaria.

Le attività totalmente illegali hanno generato invece un valore di quasi 20 miliardi (esattamente 19,972) , corrispondenti allo 0,9% del Pil.

La parte preponderante delle attività illegali è data dal traffico di stupefacenti il cui valore aggiunto ha toccato i 15,3 miliardi di euro (+0,2 miliardi rispetto al 2022). In crescita i “servizi di prostituzione” il cui valore aggiunto ha toccato i 4,8 miliardi. Mentre il contrabbando di sigarette resta marginale a 500 milioni di euro.

Le principali componenti dell’economia sommersa ancorché non illegale, spiega L’Istat, sono costituite dal valore aggiunto occultato tramite comunicazioni intenzionalmente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione) o generato attraverso l’impiego di lavoro irregolare. A questi si aggiunge il valore dei fitti non dichiarati e delle mance.

Sia il sommerso sia le attività illegali nel 2023 sono risultati in crescita. Il sommerso è salito dell’8,2% pari a 14,9 miliardi in più, mentre le attività illegali segnano una crescita dell’1% (+0,2 miliardi di euro).

In crescita anche il lavoro irregolare, che nel 2023 ha visto un aumento di unità lavorative a tempo pieno sopra i 145.000 con un aumento del 4,9%.

L’Istat sottolinea come questa dinamica è stata quasi il doppio rispetto a quella dell’input di lavoro regolare: quest’ultimo ha registrato nel 2023 un aumento del 2,4% (circa +503.500 Ula).

In generale, l’incidenza del lavoro irregolare è stata più rilevante nel terziario (13,9%) e ha raggiunto livelli particolarmente elevati nel comparto degli Altri servizi alle persone (40,5%), dove si è concentrata la domanda di prestazioni lavorative non regolari da parte delle famiglie.

Molto significativa è risultata la presenza di lavoratori irregolari in Agricoltura (17,6%), nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15,0%) e nelle Costruzioni (12,8%).

“Il lavoro nero è un fenomeno che riflette un grave peggioramento dei diritti e delle tutele come della crescita della concorrenza sleale verso le tante imprese serie che rispettano leggi e contratti” rileva la Cgil ” ed è l’effetto di politiche sbagliate e non incisive, della riduzione della capacità produttiva, del calo della qualità nella produzione di beni e servizi”. La Uil sottolinea invece la necessita di “aumentare la tracciabilità di tutte le transazioni”.