La magia e il mistero del Natale

Sabato, 13 Dicembre 2025 Nazionali

Il pensiero del prof. Guido Brunetti

Come ogni anno, il Natale si avvicina e l’animo delle persone si scalda di fronte alle tradizioni e a sentimenti che animano la festività da secoli.
Festeggiare il Natale è una consuetudine innervata di idee metafisiche e teologiche, quali Dio, fede e religione, senso della vita, che le moderne neuroscienze analizzano con un’attenzione quasi chirurgica.
Sono spunti che portano a profonde riflessioni, sulle quali il professor Guido Brunetti ha pubblicato importanti saggi.


“Sono temi di grande fascinazione filosofica, teologica e scientifica legati a due visioni, il creazionismo e l’evoluzionismo. Esse rappresentano alcune tra le più rilevanti conquiste dell’umanità. Presentano posizioni profondamente divergenti, ma complementari, poiché le due concezioni appartengono alla dimensione dello spirito”.


Esperimenti di recente hanno scoperto che Dio, la religione, la moralità, hanno una base biologica innata. Sono generati dal cervello.

 

“L’idea di Dio, del trascendente e dell’anima è, come mostrano le stesse ricerche delle nuove neuroscienze, un bisogno biologico, innato dell’uomo. Il bisogno di Dio è ‘cablato’ nella mente umana, è un’attività cognitiva. La fede in Dio è una necessità naturale dell’uomo. Credere in Dio infine vuol dire- d’accordo con Wittgenstein- dare
un senso alla propria esistenza.”


Oltre alle comuni usanze tipiche di questo periodo, apparentemente superficiali, ma che in realtà testimoniano decenni di culture tramandate, come l'addobbo di alberi e presepi, lo scambio di doni, i mercatini o i cenoni in famiglia, il Natale si fonda soprattutto sulla profonda connessione col divino, che si espleta nella messa e nella
preghiera: "nel nome del Padre", l’incipit del segno della croce, è la chiave di comprensione della tradizione.


“La profondità ultima del Natale è che Dio Padre ha generato Cristo e porta la vita di Dio, il Logos, la Parola in noi. Nel bambino della natività, noi possiamo riconoscere il volto del Padre. In molte religioni, poi, Dio viene invocato come Padre. Non vi è che un solo Dio, il Padre onnipotente. La paternità ha quindi un valore teologico e
liturgico. Ma la paternità attinge a molteplici saperi, come la biologia, l’antropologia e l’etologia e si sviluppa con il pensiero filosofico, religioso e letterario, quindi è unfatto umano, culturale, anche se ha connotati legati al divino e ai miti. Sta di fatto che nell’era postmoderna, l’ideale paterno è in ‘disfacimento’, è un totem da abbattere, un’epoca segnata dalla morte del Padre, la morte di Dio. E’ il dramma dell’umanesimo ateo”.


Ci conforta l’idea che, come ha mostrato la ricerca neuroscientifica, in ogni cervello umano esista una scintilla divina. Dio, il sacro, l’anima sono concetti che hanno una base neurobiologica, sono innati.

Gaia Stivaletta