Il Direttore Generale avoca a sè l'assegnazione dei nuovi assunti
Sabato, 13 Dicembre 2025 Chieti
Gli Ordini professionali in rivolta, "E' illegittimo"
È maretta alla Asl provinciale di Chieti, con gli ordini professionali in rivolta dopo che il dg Mauro Palmieri ha comunicato di voler procedere in autonomia all’assegnazione del nuovo personale sanitario assunto, bypassando le indicazioni dei singoli direttori di dipartimento e dirigenti di ciascun reparto in base al fabbisogno e alle specifiche esigenze.
Un “atto illegittimo”, contrario alla legge, hanno però tuonato in una lettera di fuoco Cinzia di Matteo, presidente dell’Ordine Regionale Ostetriche, Angelo Di Matteo, presidente dell’Ordine interprovinciale dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Stefano Maceroni, presidente regionale Federazione nazionale ordine fisioterapisti e Giancarlo Cicolini, presidente dell’ Ordine delle Professioni Infermieristiche di Chieti. I quali arrivano a minacciare di andare in Procura.
La lettera, venuta in possesso da Abruzzoweb è del 29 novembre, inviata oltre che a Palmieri al direttore amministrativo, Beatrice Borghese, e del direttore sanitario, Raffaele Di Nardo, e per conoscenza al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di Fdi, all’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, al presidente della quinta commissione Sanità del Consiglio regionale, Paolo Gatti, di Fdi.
Lettera che fa seguito ad una nota laconica e perentoria del 28 ottobre, che ha indispettito non poco i responsabili dei reparti i cui Palmieri, Borghese e Di Nardo scrivono che “con la presente si dispone che le assegnazioni del personale dell’area di dirigenza medica e non medica e del comparto verranno effettuate con decorrenza immediata da parte di questa direzione strategica”. Senza aggiungere alcuna motivazione e spiegazione.
La vicenda irrompe in una situazione già non facile, alla Asl provinciale di Chieti, impegnata come le altre Asl a procedere nel prossimo triennio a fare notevoli tagli di spesa per contribuire ad abbattere il buco della sanità abruzzese, calcolato dal Tavolo interministeriale di monitoraggio del 10 luglio in oltre 126 milioni di euro per il 2025, con la asl chietina che nel 2024 aveva registrato un passivo di 40 milioni di euro.
Nella lettera si parla esplicitamente di “illegittima compressione delle competenze loro attribuite dalla legge”, e si intima la direzione sanitaria di rimuovere “con effetto immediato, disposizioni assunte in violazione di legge ed eccesso di potere”.
Gli ordini professionali, viene ricordato, hanno un dovere di tutela “degli iscritti rispetto alle modalità di esercizio della professione” e possono intervenire “su questioni che, per quanto abbiano avuto origine nell’ambito di un rapporto di lavoro, hanno rilevanza per l’intera categoria essendo inerenti al corretto esercizio della professione stessa che deve essere assicurato e promosso, appunto, innanzitutto dagli Enti di rappresentanza ordinistica”.
Tra i compiti dell’Ordine sussiste, dunque, anche quello “inerente alla promozione della qualità tecnico-professionale che nella fattispecie corrisponde, quanto alla competenza in materia di assegnazione del personale, alla possibilità di esercitare le prestazioni proprie del profilo e, quanto all’esercizio delle attività professionali, all’inserimento nell’organizzazione aziendale attraverso determinazioni assunte da soggetti a ciò legittimati dalla normativa di riferimento”.
Entrando dunque nel merito, la Direzione Strategica, “avocando a sé le assegnazioni del personale sanitario di nuova assunzione dell’Area dirigenza Medica e non Medica e del comparto, intende privare il servizio aziendale delle professioni sanitarie del legittimo esercizio di un’attribuzione di propria competenza quale la gestione delle risorse attraverso la congrua collocazione, previa valutazione, delle diverse figure professionali sanitarie che debbono operare all’interno dell’ ASL 2 Lanciano-Vasto-Chieti”.
Infatti, “il rispetto delle competenze e delle attribuzioni dell’Azienda Sanitaria, anche sotto il profilo dell’assegnazione dei professionisti sanitari (tutti iscritti in albi e soggetti a vigilanza e rappresentanza da parte degli Ordini di riferimento), non esclude un legittimo intervento fondato sulla comune finalità di garantire la salute collettiva, obiettivo che, inevitabilmente, coinvolge l’articolazione organizzativa posta dall’ordinamento a garanzia della sicurezza delle condizioni concrete di esercizio della professione”.
Si fa riferimento dunque alla legge 43 del 2006, per la quale il compito di organizzazioni delle professioni sanitarie è caratterizzato da un elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa che comporta anche l’attività di coordinamento del personale prevista, e” stabilisce peraltro un insurrogabile vincolo tra l’ambito di attività dell’area assistenziale che deve essere coordinata ed il professionista competente a coordinare in base al proprio profilo professionale”
Si chiede dunque un passo indietro e “confermare che l’attività di assegnazione del personale sanitario dell’Area Dirigenza Medica e non Medica e del Comparto, a seguito di nuove assunzioni, continuerà ad essere in cape al Servizio Aziendale delle Professioni Sanitarie, affinché vengano adottate le soluzioni organizzative più congrue al fine di assicurare maggiore appropriatezza e qualità delle prestazioni sanitarie attraverso la legittima assegnazione delle risorse professionali da parte dei soggetti competenti ex lege”.
Si confida, dunque, “in un sollecito e risolutivo intervento da parte delle Dirigenze in indirizzo, non solo nell’interesse della legittima tutela della professionalità delle categorie rappresentate, ma anche e soprattutto affinché la situazione non assurga a grave distinzione del ‘sistema sanità’, con connesso e conseguente pregiudizio della Collettività che potrebbe non usufruire di un’assistenza sufficiente. Tale pregiudizio potrebbe comportare aumento di potenziali rischi per i pazienti e, quindi, di contenzioso per la stessa struttura interessata”.
Auspicando, dunque, “l’immediate ripristino delle condizioni di legalità e l’osservanza per il futuro, della normativa vigente in materia, cosi da evitare situazioni, illegittime e di nocumento per gli iscritti, gli scriventi Ordini Professionali rappresentanze sin d’ora la disponibilità a partecipare a un tavolo di confronto istituzionale con le Dirigenze in indirizzo, in ragione della comune finalità di garantire la salute collettiva”.
Se ciò non sarà si minaccia di procedere “alla tutela delle categorie rappresentate presso le sedi competenti, tanto giurisdizionali che di controllo”.
