VERI’, “IMPEGNO PER SBLOCCARE SALARIO ACCESSORIO”
Sabato, 2 Agosto 2025 Abruzzo
I SINDACATI RISPONDONO, “SCELTE POLITICHE CHIARE”
“Verificheremo, dopo la copertura del disavanzo 2024 del sistema sanitario, la possibilità di recuperare l’erogazione del salario accessorio al personale sanitario. Su questo c’è massima apertura da parte sia dell’Assessorato, sia dei competenti Servizi del Dipartimento”.
È la promessa dell’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, al termine della riunione di oggi con i sindacati, durata tre ore, sulla vicenda della sospensione della corresponsione del salario accessorio.
Oltre 12mila i professionisti, tra medici e personale sanitario, in rivolta in Abruzzo per i tagli al trattamento economico in una Regione alle prese con il difficile contrasto ad un deficit sanitario monstre, per il quale non sono bastati un saccheggio al bilancio ordinario regionale, finora oltre 400 milioni di euro, e l’aumento a scaglioni di reddito della aliquota Irpef.
Per tentare di limitare i danni, Verì ha quindi ricevuto a Pescara i sindacati, in testa Cgil, Cisl, Ugl e per i medici Anaao, Cimo e Fesmed, Aaroi e Fvm, insieme ai medici di famiglia, anche loro molto arrabbiati. Presenti, tra gli altri, il direttore del dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi, insieme al dirigente Ebron D’Aristotile, alla dirigente del servizio Risorse umane, Marina Febo, che hanno fornito un quadro aggiornato sullo stato dell’arte dei conti della sanità.
Al termine dell’incontro, fanno sapere i sindacati al gran completo per l’occasione, “sono state riconosciute le nostre ragioni: paghiamo tre volte, con l’aumento delle tasse, il blocco degli aumenti e il taglio alle decurtazioni deciso dal governo meloni”.
Le parti si sono lasciate con la promessa di trovare una soluzione e, proprio per questo, per ora è stato rinviato lo stato di agitazione.
Non è mancato l’accenno polemico all’articolo di questa mattina di questo giornale da parte di Verì (Qui il link)
La mobilitazione è scattata nei giorni scorsi con la minaccia di azioni forti per il blocco degli aumenti del decreto Calabria relativo al salario accessorio deciso dal Dipartimento salute, diretto da Emanuela Grimaldi, proprio nell’ambito del piano di contenimento della spesa concordato con il severo tavolo di monitoraggio nazionale.
Verì ha ricordato come “la normativa vigente impedisca alle Regioni che non abbiano centrato l’equilibrio economico finanziario nell’esercizio di riferimento di corrispondere questo istituto contrattuale, che in Abruzzo cuba un valore di 11 milioni di euro”.
“Insieme agli uffici – spiega ancora l’assessore – stiamo valutando di presentare un quesito alla Corte dei Conti per sapere se la completa copertura del disavanzo 2024 consente di superare il divieto imposto dalla legge. In caso di riscontro positivo procederemo senza esitazione allo sblocco delle cifre necessarie per lo scorso anno, mentre per il 2025 il confronto si terrà successivamente”.
“Auspichiamo una positiva conclusione di questa vertenza, anche perché volevo ricordare che l’Abruzzo è stata tra le primissime Regioni in Italia a prevedere il pagamento di queste specifiche indennità”, conclude.
Al termine della riunione, i sindacati tracciano un bilancio: “Il Decreto Calabria prevede la possibilità di aumentare il fondo del salario accessorio per un importo complessivo pari a 10 milioni e 650 mila euro. Tuttavia, queste risorse non sono attualmente disponibili poiché vincolate al Piano di Rientro sanitario a cui è sottoposta la Regione Abruzzo. La parte pubblica ha comunicato di aver avviato un’interlocuzione con la Corte dei conti regionale e di essere impegnata in un approfondimento giuridico-contabile, al fine di accertare se vi sia margine per utilizzare tali fondi nel 2025 e recuperare anche l’annualità 2024”.
“La Regione si è impegnata a riconvocare le Organizzazioni Sindacali non appena saranno disponibili le risultanze del confronto con la Corte dei conti, per fornire risposte ufficiali e chiarire se le risorse potranno essere effettivamente sbloccate”.
Le sigle sindacali sottolineano che, “qualora non fosse possibile procedere per via tecnica, la politica regionale dovrà assumersi la responsabilità di una scelta netta e inequivocabile: riconoscere il giusto valore economico e professionale al personale sanitario, oppure continuare a finanziare attività ludico-ricreative o spese non prioritarie, a scapito della qualità e della tenuta del sistema sanitario pubblico.
Inoltre, ai sensi dell’art. 7 del CCNL vigente, le organizzazioni sindacali hanno richiesto di poter accedere alla documentazione utile per analizzare i dati reali, presupposto necessario per un confronto serio e per orientare decisioni basate su criteri oggettivi e trasparenti.
LE RICHIESTE DEI SINDACATI:
• La riapertura urgente del confronto con le parti sociali;
• Un piano straordinario di assunzioni e la redistribuzione funzionale del personale per affrontare le gravi carenze nei reparti.
I sindacati ribadiscono con forza che “la tutela della sanità pubblica non può essere subordinata a vincoli burocratici né a logiche di bilancio che penalizzano i lavoratori e i cittadini. Il personale sanitario ha dimostrato, in ogni emergenza e in ogni difficoltà, professionalità,
dedizione e senso del dovere. Ora è il momento che la Regione Abruzzo dimostri altrettanto senso di responsabilità. Se la politica non sarà in grado di fare scelte coraggiose e di campo, saranno i lavoratori a far sentire la propria voce, nelle piazze e nei luoghi di lavoro. Perché non esiste sanità pubblica senza chi la garantisce ogni giorno, con fatica, competenza e sacrificio”.