Da logica della scienza alla poesia del colore, la mostra di Attilio Barisano

Venerdì, 1 Agosto 2025 Vasto

Dal 4 al 10 agosto 2025 espone nella Sala Bontempo di Palazzo d'Avalo

C’è un momento in cui la vita ci chiede di ascoltare quella voce interiore che da tempo sussurra un’altra possibilità. Per Attilio Barisano, vastese con una carriera internazionale nel settore informatico, quel momento è arrivato quando ha deciso di dare forma e colore alle emozioni che da sempre abitavano dentro di lui. 

Dal 4 al 10 agosto 2025, la Sala Bontempo di Palazzo d'Avalos a Vasto ospiterà "Spazi, interiori ed esteriori", la sua prima mostra personale di pittura a Vasto, un viaggio intimo tra tele che raccontano paesaggi dell’anima e frammenti di realtà filtrati attraverso la sensibilità di un uomo che ha fatto della curiosità la sua bussola.

Diplomato al Liceo Scientifico di Vasto, dopo la laurea in Ingegneria Elettronica a Bologna ha trascorso una vita a cavallo tra Italia ed estero, tra riunioni aziendali e codici di programmazione. 

Ma in quella valigia sempre pronta, Attilio ha sempre fatto spazio a un taccuino di schizzi, a tubetti di colore, alla necessità di fissare su carta ciò che gli occhi catturavano e la mente rielaborava. 

"Ho capito che la creatività non ha reparti", confessa oggi, "l’approccio analitico dell’ingegnere e l’istinto del pittore sono due facce della stessa medaglia: servono entrambi per tradurre un’idea in qualcosa di concreto. Sia il pittore che l’ingegnere realizzano qualcosa che non vedono ma che vedranno".

Chiacchierando con lui, emerge come il suo percorso artistico sia diventato una straordinaria metafora esistenziale. Ricorda quando, alle prime prove, imparò che ogni opera richiede prima di tutto una visione chiara: "Non si può dipingere senza sapere dove si vuole arrivare, ma allo stesso tempo bisogna accettare che la tela ti riservi sorprese". È la stessa flessibilità che gli serviva nella gestione aziendale, dove progetti apparentemente perfetti vanno continuamente rivisti in corsa. 

E poi c’è la pazienza, quella che ti fa ripassare lo stesso tratto decine di volte, o il coraggio di ammettere che una tonalità non funziona e bisogna ricominciare. "Nella vita come nella pittura, a volte devi fare un passo indietro per trovare la strada giusta", riflette mentre indica un quadro dove il blu del mare è stato steso in innumerevoli strati prima di raggiungere la luce che cercava.

Tra tecnica e istinto la mostra svela un percorso. Le opere esposte a Palazzo d’Avalos sono il diario visivo di questa evoluzione. Si passa dai primi esperimenti con gli acrilici "li ho scelti perché asciugano in fretta, e ti permettono di andare veloci come piace fare a me "  alle tessiture materiche degli ultimi lavori, dove la spatola sostituisce il pennello per scavare nella superficie. 

Ci sono omaggi alla terra, e interni domestici trasformati in spazi metafisici, dove una sedia vuota diventa un’assenza che parla. "Volevo che ogni quadro avesse una storia doppia: quella che vedi e quella che intuisci, descrivesse uno spazio interiore ed uno esteriore", spiega.


Questa mostra non è solo per gli appassionati di pittura. È per chi crede che reinventarsi sia possibile, per chi cerca conferma che passione e professione possono convivere, per chi vuole vedere come i luoghi familiari possano diventare universali.

Attilio sarà presente tutti i giorni per guidare i visitatori tra le sue opere, pronto a raccontare aneddoti e rispondere a domande. "Mi piace l’idea che qualcuno possa riconoscersi in un mio quadro e portarsene a casa un pezzetto", dice sorridendo.

Appuntamento, dunque, dal 4 al 10 agosto. L’evento non ha scopo di lucro e l’ingresso è libero dalle 18:00 alle 24:00. La mostra ha ottenuto il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città del Vasto.