Solfanelli, Capo digabinetto come esterno, consulente Formez con poteri apicali

Martedì, 2 Luglio 2024 Abruzzo

Voluto da Marsilio per guidare il suo staff. Scoppia la polemica a destra

Il romano Marco Solfanelli, capo di gabinetto “in pectore” dello staff del presidente, Marco Marsilio, di FdI, lavora già dal marzo 2023 per la Regione Abruzzo, come “esterno”, risultando assunto tramite il Formez PA, società pubblica in house alla Presidenza del Consiglio dei ministri che per l’ente ha tra le altre cose incarichi sull’assistenza tecnica. Con il ruolo, si legge nel suo stesso profilo LinkedIn di “consulente direzione Presidenza per attuazione e gestione Programmazione 21-27 Fondi UE e FSC. Coordinatore cabina di pilotaggio programmazione integrata regionale”.

Con lo stesso rapporto di consulenza esterno dopo le elezioni del 10 marzo scorso che hanno confermato per il secondo, storico mandato, il centrodestra e Marsilio alla guida della Regione Abruzzo, Solfanelli, coinvolto in passato in una inchiesta della Procura di Roma relativa ad erogazioni pubbliche dell’agenzia nazionale di sviluppo Invitalia, avrebbe di fatto assunto il compito di capo di gabinetto con la benedizione del governatore che lo ha presentato in summit e riunioni ufficiali con la importante carica apicale.

Nella realtà, senza contratto ad hoc quindi da “abusivo”, ma con la agibilità a svolgere, con tutti i crismi, il delicato compito con telefonate, mail e assunzione di decisioni importanti. Anche con la disponibilità di un ufficio.

Si aggiungono nuovi particolari sul caso che sta scuotendo la maggioranza di centrodestra in Regione, in particolare in seno a FdI partito di maggioranza relativa nella coalizione, nel silenzio delle opposizioni: una situazione sulla bocca di tutti che dura da mesi e che questa testata ha reso rivelando che Marsilio, percepito come padre padrone anche dai suoi colleghi meloniani, ha scelto il suo nuovo capo di gabinetto.

Nel mentre è scattata la operazione per cambiare le regole legate ai requisiti del capo di gabinetto trasformando il rapporto di lavoro subordinato a chiamata diretta fino alla fine della legislatura, in fiduciario puro. Riformando, con una norma approvata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, l’inquadramento di Massimo Verrecchia fino ad inizio 2023 quando è entrato nell’assemblea regionale come primo di non eletti in seguito alla elezione a senatore dell’assessore regionale al Bilancio Guido Liris, e rieletto con quasi 8mila voti alle recenti elezioni.

Secondo quanto si è appreso, nei prossimi giorni, una volta efficace la mini – riforma della norma sul personale di staff, Marsilio firmerà il decreto di nomina.

Tornando al contratto con il Formez: l’arrivo in Abruzzo  di Solfanelli professionista di area politica affine al governatore anche lui romano di origini abruzzesi, e con il quale Marsilio ha un ottimo rapporto personale, non sarebbe stato casuale, ma propedeutico all’assunzione come capo di gabinetto, con un percorso però farraginoso tanto che la vicenda è diventata in autentico caso politico e procedurale nella maggioranza di centrodestra, creando forte frizione tra i meloniani.

E la scelta del governatore sta creando molti mal di pancia all’interno della sua maggioranza anche per altre ragioni: in molti si chiedono perché, con tante persone all’altezza in Abruzzo, che hanno avuto anche un ruolo decisivo nella vittoria di marzo, anche dietro le quinte, con i tanti non rieletti che si attendono una compensazione, il capogabinetto debba arrivare da Roma, scelto in solitudine da Marsilio, abruzzese di origine ma che prima di essere eletto presidente della regione nel 2019, ha sempre vissuto a Roma, come consigliere comunale prima e come parlamentare ed alto dirigente, tra cui coordinatore regionale del Lazio, poi.

Ma a far discutere è la modalità: Solfanelli non ha ancora una nomina ufficiale e un contratto, ma di fatto affianca da tempo Marsilio proprio nel ruolo di capogabinetto, partecipando a riunioni, tra cui alcune importanti sulla sanità nel corso delle quali Marsilio lo avrebbe sempre presentato con nuovo capo di gabinetto. e sbrigando varie mansioni organizzative. Operando insomma ben oltre dunque il suo incarico formale di consulente esterno.

In vista della sua nomina, poi, non a caso, la legge omnibus approvata mercoledì pomeriggio in Consiglio regionale, tra le altre cose prevede una modifica della legge regionale in materia di organizzazione e rapporti di lavoro della Regione Abruzzo, prevedendo che “presso la Giunta regionale può essere istituito il Gabinetto di Presidenza per lo svolgimento di funzioni di diretta collaborazione e di supporto all’organo politico”.

Tradotto: Marsilio potrà ora nominare Solfanelli, in modo diretto e fiduciario, fino a fine mandato, che scade nel 2029. Con la differenza che rispetto al passato il capogabinetto non potrà produrre atti, contrariamente a quanto accedeva con Verrecchia che ha gestito un servizio interno, essendo dirigente della regione Abruzzo, ora in aspettativa. Facoltà concessa dalla vecchia norma a personale di ruolo, oppure esterno ma con i requisiti dell’accesso alla dirigenza.

Senz’altro Solfanelli ha un curriculum di rispetto in campo amministrativo ma la sua nomina è e sarà un caso nella conflittuale maggioranza di centrodestra che dopo cinque anni di continui scontri e tensioni, a neppure quattro mesi della nuova legislatura sembra vivere un clima di tensione e contrapposizione, se possibile, ancora più forti.