Sanità: le Commissioni "commissariano" la Giunta Regionale

Venerdì, 24 Maggio 2024 Abruzzo

Linea dura sui Direttori Generali. Nasce l'asse Gatti-SospiriI

Sul parere “vincolante” in merito ai piani di risanamento delle Asl, e sul ferreo controllo dell’operato dei direttori generali, da parte delle commissioni Bilancio e Salute, si è consumato ieri uno strappo interno alla maggioranza di centrodestra, che ha portato a casa con i soli suoi voti, la legge salva sanità da 68,5 milioni di euro, per coprire quello che restava del buco da 122  milioni di euro del 2023.

La parola “vincolante”, campeggia nel sub-emendamento presentato dal presidente della commissione sanità Paolo Gatti, di Fdi, il secondo più votato alle regionali di marzo con 10.878 preferenze, firmato anche, nei banchi dell’opposizione, da Luciano D’Amico, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani, con la contrarietà dell’assessore “esterno” alla Salute Nicoletta Verì. E con una inedita alleanza tra Gatti e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, entrambi per la linea dura nei confronti dei quattro direttori generali, delle Asl provinciali, Ferdinando Romano, (L’Aquila), Thomas Schael (Chieti), Maurizio di Giosia (Teramo) e Vero Michitelli (Pescara), di fatto assolti invece dalla responsabilità del buco di oltre 122 milioni, da Verì e dal presidente della Regione Marco Marsilio, di Fdi.

Vincolante sarà dunque ora il parere della quinta commissione Salute e della prima commissione Bilancio, sull’operato dei quattro direttori generali. La legge, oltre a reperire le risorse per coprire il buco di bilancio, stabilisce infatti l’obbligo, da parte delle singole Asl, di predisporre “piani di razionalizzazione delle risorse disponibili”, al fine di garantire “l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità dei servizi sanitari offerti”, con piani da consegnare al Dipartimento sanità diretto da Claudio D’Amario, entro 30 giorni, con altri 30 giorni di tempo per apportare modifiche richieste.

Infine, questo l’aspetto cruciale, “i piani devono altresì essere trasmessi alle Commissioni I e V del Consiglio regionale, che esprimono parere obbligatorio e vincolante, entro i 15 giorni successivi, ai fini dell’approvazione da parte della Giunta”.

La Giunta dovrà insomma attenersi a quello che le due commissioni stabiliranno. Di fatto un “commissariamento” dell’assessore Verì, ex Lega, non rieletta a marzo con la lista del presidente, ma chiamata poi in giunta come esterna.

Un altro emendamento approvato all’unanimità, presentato dalle opposizioni, primo firmatario il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, prevede poi che in caso di mancata trasmissione delle modifiche, il Dipartimento provvederà a diffidare il direttore inadempiente affinché proceda entro 10 giorni. Qualora il direttore non provveda, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute, potrà disporre la nomina di un Commissario ad acta, anche qui “sentite le Commissioni I e V del Consiglio regionale”.

Verì ha chiesto a Gatti di togliere la parola “vincolante” dal suo subemendamento, ma Gatti è stato irremovibile. Una  presa di posizione che si inquadra nella linea dura di parte della maggioranza contro l’operato dei direttori generali, e che vede al fianco di Gatti, il presidente del consiglio Lorenzo Sospiri, che alla vigilia della seduta aveva affermato che deve aprirsi “una riflessione seria e circostanziata sulle performance dei quattro direttori generali delle nostre Asl, ovvero il Consiglio regionale non intende più fare da semplice passacarte di processi che non abbiamo avuto la possibilità di valutare sin dall’inizio”.

Una posizione comune tra i due big della maggioranza non scontata, tenuto conto che Gatti era assente in aula in occasione della votazione per la presidenza a Sospiri, e dopo le ruggini dovute alla mancata nomina di Gatti alla Corte dei conti, nella passata legislatura, prima proposta e poi affondata, con Sospiri che era presidente del Consiglio.

Dall’altra parte invece il presidente della Regione Marco Marsilio nella sua difesa a tutto campo dell’operato in campo sanitario, ha di fatto assolto anche i direttori generali, con una frecciatina anche a Sospiri oltre che alla minoranza, – “facile prendersela con i dg” – , spiegando dunque: “E’ un onore e un privilegio per il presidente, l’assessore, il direttore del Dipartimento e gli altri dirigenti, aver prodotto questo piccolo deficit in un periodo nel quale tra l’altro abbiamo fatto i conti con la pandemia e con l’inflazione al 10 per cento – ha proseguito -.  E poi Il bilancio del 2023 della sanità appartiene alla programmazione del governo Conte e Draghi che davano al comparto venti miliardi in meno di quanto fatto dal governo Meloni, l’unico che ha aumentato il budget del fondo sanitario nazionale passato dai 117 miliardi a 138. Lo sforamento è generato anche dall’assicurazione e dal miglioramento dei servizi sanitari: noi non abbiamo tagliato servizi ma migliorato l’offerta anche con l’acquisto di apparecchiature all’avanguardia: è moto facile gettare via i direttori generali. Dovrebbe essere fatto con tutti”.