Domenica, 20 Maggio 2018 San Salvo

Impronta inchioda chi ha bruciato l’auto dell’ingegnere

L'incendio di San Salvo Marina all'esame degli investigatori

Una impronta ha rivelato l’identità del teppista che ha danneggiato il municipio di Cupello . Non è escluso che un’altra impronta inchiodi il piromane che venerdi notte ha incendiato l’ auto di un professionista di San Salvo. Sulla fuliggine nera rimasta attorno ai resti inceneriti della vettura sono state notate dagli investigatori delle tracce che potrebbero rivelarsi utili. Nessun aiuto potrà arrivare dalla videosorveglianza.

L’unica speranza è che l’incendiario sia passato davanti alla Rsa San Vitale, non molto distante dal punto in cui la Peugeot 308 cabriolet è stata trasformata in una grande torcia. La struttura per anziani è vigilata. Vista la sequenza di incendi nella zona e le vittime finite nel mirino cresce il sospetto che gli episodi siano collegati. Il filo conduttore potrebbe essere il disagio sociale. Gli investigatori però escludono l’ ipotesi.

Fra l’incendio della Peugeot , quello della Bmw cabrio di un geometra del Comune e il rogo della Opel Corsa di una giovane donna residente al Villaggio Siv non vi sarebbero collegamenti. La malavita organizzata non c’entra nulla . Le forze dell’ordine sono certe di questo. La malavita ha solo importato nel Vastese il cosiddetto “dominio del fuoco ” una strategia per punire e vincere.

I raid non risparmiano nessuno: operai, giovani donne, commercianti e imprenditori. I piromani agiscono di notte, praticamente indisturbati. Basta un attimo e il fuoco riduce tutto a un rottame. La stragrande maggioranza dei falò, a parere degli investigatori, porta la firma di incendiari improvvisati, persone che si vendicano o sfogano la propria rabbia con queste bravate. Movente e obiettivi sono molteplici. Le vittime hanno età e vite diverse. «Non si conoscono neppure», confermano gli investigatori.

L’ostinazione della politica a negare il bisogno di protezione e soprattutto di più uomini e mezzi delle forze dell’ordine, non ha aiutato affatto il comprensorio. Gli strumenti di difesa continuano a essere ridotti. Le conseguenze della decisione del ministero degli Interni sono sotto gli occhi di tutti. Vasto e il Vastese hanno bisogno di aiuto. I cittadini invocano una diagnosi corretta: ammettere che c’è un male da curare e somministrare le medicine più adatte.

“I cittadini”, replicano le forze dell’ordine ” devono recuperare la solidarietà del buon vicinato. Alla vista di personaggi e movimenti sospetti vicino alla casa del dirimpettaio o del conoscente chiamare subito il 112 e il 113″.

Paola Calvano (Il Centro)