Martedì, 25 Luglio 2017 Vasto

Ma così divisi come avrebbero potuto vincere le elezioni?

Un centrodestra lacerato all'interno del quale si consumano le vendette

"Povero Massimo Desiati: lo scorso anno, alle amministrative, lo hanno portato al macello!".

Questa l'espressione usata da un cittadino vastese che ha seguito i lavori del Consiglio Comunale di Vasto di ieri e che ha potuto toccare con mano le profonde lacerazioni, gli odi, i rancori e le vendette che si sono consumate e che si continuano a consumare all'interno di quell'area politica.

"Ma come avrebbero potuto vincere le elezioni se tra di loro c'era e c'è tanta rabbia?". 

E' il secondo interrogativo dell'uomo della strada che ieri ha assistito all'ennesimo affondo portato in aula dai vari Guido Giangiacomo, Davide D'Alessandro e Edmondo Laudazi (ndr: tra il visibile sconcerto di Vincenzo Suriani ed Alessandro D'Elisa) nei confronti dei "padri storici" del centrodestra vastese quelli che, a dirla alla D'Alessandro, "erano gli eredi di una vecchia e superata cultura fascista".

"Il nuovo centrodestra - hanno dichiarato all'unisono Giangiacomo e D'Alessandro - siamo noi. Basta con chi ha vissuto di politica per una vita intera!".

E la riunione dell'assise civica è stata anche occasione per ricordare le storie familiari di qualche esponente del centrodestra. Guido Giangiacomo, per esempio, ha ricordato l'esperienza politica del padre, risalente al 1966 allorquando da "comunista, quelli che all'epoca venivano segnalati dalla Digos", dette vita all'amministrazione Faro-Comunista di Vasto con Silvio Ciccarone. E giù i ricordi delle gestioni amministrative di Giuseppe Tagliente che lo "sacrificò" come capogruppo consiliare "perchè tu sai parlare" per impedirgli di fare l'assessore.

E poi autentiche cannonate "sparate" in aula in occasione della discussione del punto riguardante la "Pulchra", una società a capitale misto pubblico-privato "creata per raccattare voti".

"Sarebbe interessante andare a rivedere i nomi di quanti in questi 20 anni hanno avuto il ruolo di presidente all'interno della Pulchra per ricostruire anche le vicende politiche cittadine".

E, dulcis in fundo, l'auspicio fatto da D'Alessandro: "sarebbe bello che qualche magistrato ascoltasse queste nostre parole ed andasse poi a fare qualche controllo". Tanto basta per innescare una miccia molto pericolosa.

M.M.