Mercoledì, 22 Marzo 2017 Vasto

I genitori dell'Europarlamentare Daniela Aiuto (M5S) devono demolire la mansarda

Avranno 90 giorni di tempo per procedere a seguito dell'ordinanza emanata dal Comune

“Novanta giorni di tempo per abbattere le opere realizzate abusivamente e per ripristinare lo stato dei luoghi”. E’ il termine concesso dalla ordinanza di demolizione, firmata dal dirigente dell’ufficio urbanistico comunale,  avvocato Stefano Monteferrante,  ai proprietari di un appartamento posto all’ultimo piano di un edificio di via Bosco, al centro di Vasto, Emanuele Aiuto e Maria Assunta Rallo, genitori della europarlamentare Daniela Aiuto che nei giorni scorsi si è autosospesa dal Movimento 5 stelle per la vicenda dei rimborsi Ue.

Il provvedimento, affisso ieri all’albo pretorio on line del Comune, intima ai proprietari “la demolizione della copertura realizzata abusivamente, con ripristino delle preesistenti superfici e volumi assentiti con i precedenti titoli abitativi, nonché il ripristino delle superfici non residenziali (terrazzi) realizzate in difformità”.

L’ordinanza – di cui si parlava da mesi nei corridoi di Palazzo di città – altro non è che l’epilogo di una serie di accertamenti e di sopralluoghi effettuati dai tecnici comunali Gisella La Palombara e Cosimo Ventrella, coadiuvati dagli agenti del nucleo di polizia edilizia, Orlandino Carusi e Nicola Valentini. Dal verbale della polizia municipale, corredato di apposita documentazione fotografica rappresentante lo stato dei luoghi si evince che nell’immobile sono state eseguite alcune opere in assenza di permesso a costruire che nel rapporto vengono così riassunte: “demolizione della copertura esistente, costruzione di una nuova copertura con conseguente variazione delle superfici, dei volumi, delle quote di imposta e delle pendenze della falda sui lati est ed ovest, realizzazione di un terrazzo su lato est dell’unità immobiliare di metri quadri 9, in luogo del terrazzo autorizzato”.

La comunicazione di avvio del procedimento per l’emanazione dell’ordinanza di demolizione delle opere realizzate abusivamente risale al 30 giugno 2016, ma un mese prima i coniugi Aiuto presentarono una richiesta di sanatoria   a cui fece seguito  sei mesi dopo il diniego del Comune. Le motivazioni ostative, secondo l’ufficio urbanistico, consistono nel fatto che “la trasformazione effettuata è in contrasto con l’articolo 49 delle norme tecniche di attuazione del Prg”. Il diniego definitivo del permesso in sanatoria è stato emesso dal dirigente il 27 gennaio.

Anna Bontempo  (Il Centro)