Martedì, 13 Ottobre 2015 Vasto

Abuso edilizio a Montevecchio: tre condannati in appello

Rimessa agricola costruita sulla collina di Vasto; in primo grado erano stati assolti

Abuso edilizio sulla collina di Montevecchio: clamorosa sentenza della Corte d’appello dell’Aquila. I giudici accolgono il ricorso del sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani e dell’avvocato Raffaele Giacomucci e, in parziale riforma della sentenza emessa il 7 aprile 2014 dal tribunale di Vasto, condannano M.R., proprietario di un immobile realizzato in una zona resideziale, il direttore dei lavori, C.S., e il titolare dell’impresa che li ha eseguiti, F.M., alla pena di 4 mesi e 10mila euro di ammenda, oltre che al pagamento delle spese di giudizio.

I giudici della Corte hanno, inoltre, ordinato la demolizione dell’opera abusiva. Gli imputati sono stati condannati anche al risarcimento del danno patrimoniale a favore di una residente della zona che si è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Giacomucci.

La somma sarà liquidata in separata sede. La vicenda parte nel 2011 quando, nel corso di un sopralluogo a una rimessa agricola in ristrutturazione sulla panoramica collina che si affaccia sul mare di Vasto, la polizia municipale scopre che il manufatto è stato dotato di un ascensore ed è su più piani con una volumetria maggiorata.

Il 28 giugno 2012 il proprietario dell’immobile, il direttore dei lavori e il titolare dell’impresa edile vengono rinviati a giudizio per abuso edilizio. Il Comune non si costituisce parte civile. Il 7 aprile 2014 il giudice monocratico Michelina Iannetta assolve per intervenuta prescrizione gli imputati, mancando la certezza sulla data di commissione del reato. L’avvocato Raffaele Giacomucci, a nome della parte civile, non si è arreso e ha presentato appello. Lo stesso ha fatto la Procura. Agli atti una nutrita documetazione fotografica e diverse testimonianze.

Il primo ottobre scorso la vicenda è, quindi, finita davanti ai giudici della Corte d’appello dell’Aquila e questa volta i magistrati non solo hanno condannato

gli imputati ma hanno anche ordinato la demolizione dell’elegante immobile. È probabile che la vicenda non sia conclusa e ci sia un nuovo ricorso. Fino all’ultimo grado di giudizio, infatti, l’immobile non dovrebbe essere abbattutto. (p.c.)

Fonte "Il Centro"