Lunedì, 25 Maggio 2015 Vasto

Gocce di memoria

Convegno tematico a Palazzo d’Avalos nel giorno celebrativo dei 100 anni dallo scoppio della Grande Guerra

di Paola Tosti

L’incontro organizzato ieri dalla Società Vastese di Storia Patria ha concluso il ciclo delle manifestazioni dedicate alla I Guerra Mondiale. La dissertazione ha avuto inizio con un excursus degli avvenimenti storici che portarono allo scoppio del conflitto sapientemente descritti dal Gen. Luigi Bacceli.  Una “inutile strage” come ha ricordato il Prof. Costantino Felice richiamando le parole del Papa Benedetto XI: una tragedia e un travisamento dei valori del Rinascimento. Una sciagura che travolse uno dei momenti più felici della storia di Vasto quellidegli anni immediatamente successivi all’ingresso del nuovo secolo che videro nascere in città un fervore culturale, politico e di trasformazione dell’asseto urbanistico.

Una “guerra di massa” è stata definita dal Prof. Paolo Muzinel suo intervento spiegando che mai nessun conflitto prima ha visto un tale impiego di uomini che inesorabilmente portò ad un ingente numero di morti. Un’ostilità totale che coinvolse anche la popolazione civile sconvolgendone la normalità della vita, della gestione del lavoro, razionandone i generi alimentari. Anche il ruolo femminile subisce una metamorfosi: la donna è improvvisamente costretta a colmare il vuoto lasciato in quei settori che fino ad allora erano stati di totale appannaggio maschile diventando cosìprotagonista dell’economia dell’epoca.

Durante il dibattito sono state lette alcune epistole inviate dai soldati ai loro congiunti e dalle quali traspare tutto il dolore e l’angoscia di chi vive da protagonista quei terribili anni. Si calcola che furono circa 4 miliardi le lettere scritte durante tutto il conflitto; esse rappresentavano il bisogno di metabolizzare quella traumatica esperienza concedendo alla mente un momento di spensieratezza. Scrivere diveniva così una fuga dalla vita di trincea, un modo per “..cancellare il ricordo di tristi lotte inseguendo un’era di pacificazione, di lavoro fecondo, di sapienti riforme..” (Giovanni Giolitti).