Venerdì, 30 Gennaio 2015 Vasto

Orario rigido? “Non penalizziamo nessuno”

L'Assessore Lina Marchesani e i dipendenti comunali: senza l'ingresso flessibile si hanno regole certe

“Da parte dell’Amministrazione Comunale non c’è alcuna volontà di penalizzare i dipendenti, ma solo quella di fissare regole certe”. L’Assessore al Personale del Comune di Vasto Lina Marchesani spiega le ragioni che hanno spinto l’ente a rivedere l’orario di lavoro con un nuovo regolamento non ancora entrato in vigore. Per i ritardatari incalliti si prevede un giro di vite: arrivare in ufficio con sedici minuti di ritardo, per aver accompagnato il bambino a scuola o in piscina, comporterà una decurtazione di mezz’ora.

Il disciplinare, sottoposto all’attenzione delle rappresentanze sindacali unitarie introduce anche l’eliminazione d’ufficio delle ferie maturate dal dipendente e non fruite nei termini del 30 aprile. Insomma, regole più rigide rispetto a quelle in vigore a tutt’oggi, che consentono di arrivare sul posto di lavoro alle 7,30, cioè mezz’ora prima dell’apertura degli uffici (8,00). “Si tratta solo di una proposta che discuteremo con i sindacati – spiega l’Assessore Marchesani – lo spirito è quello di avere regole certe, in linea con quanto successo in altri enti, senza la minima intenzione di penalizzare i lavoratori o le lavoratrici che avranno tutto il tempo necessario per portare i figli a scuola. Sono convinta che i dipendenti non avranno alcuna difficoltà ad adeguarsi alle nuove disposizioni, il cui intento non è quello punitivo”.

Vertono su alcuni punti le principali contestazioni dei sindacati, che contrari ad un orario di lavoro “rigido”, considerano la flessibilità in entrata e in uscita “una conquista di civiltà da parte del lavoratore, al pari della settimana corta”. A ribadire l’importanza di questo principio è stato il Sindacato autonomo Diccap che ha presentato alcune osservazioni e proposte di emendamenti al nuovo regolamento, il disciplinare introduce limitazioni anche alle mancate timbrature che, com’è noto, possono essere ricondotte a cause diverse quali dimenticanze, malfunzionamenti, smagnetizzazioni, anomalie tecniche. Anche in questi casi le Rsu chiedono di distinguere “tra mere dimenticanze ascrivibili alla responsabilità del dipendente a altre cause estranee alla sua volontà”. Insomma, vengono chiesti correttivi prima che il disciplinare entri in vigore e, da parte della Giunta Comunale sembra esserci la disponibilità a venire incontro a quelle richieste sindacali che appaiono più congrue.

Anna Bontempo

Fonte "Il Centro"