Martedì, 30 Settembre 2014 Nazionali

Il Papa e la sfida della nuova famiglia

Il prossimo Sinodo dei Vescovi

di
Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti-Vasto
Con una solenne celebrazione, presieduta da Papa Francesco, avrà inizio domenica prossima
in Vaticano la III Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, organismo voluto da Paolo VI
per valorizzare la collegialità episcopale quale segno e strumento della più ampia “sinodalità” di
tutta la Chiesa, del coinvolgimento, cioè, attivo e responsabile di ogni fedele nella vita del popolo di
Dio. Sin dai primi atti del suo pontificato, Francesco ha manifestato la volontà di incoraggiare la
partecipazione di tutti i vescovi al governo della Chiesa universale, promuovendo al tempo stesso la
responsabilità propria degli episcopati nazionali nella risposta da offrire alle tante e diverse sfide
pastorali del nostro tempo. Egli intende così dare espressione piena e visibile all’ecclesiologia di
“comunione” proposta dal Concilio Vaticano II. È in questo spirito che va compreso anche il
cammino che ha voluto per questa assemblea sinodale, a partire da un ascolto ampio e profondo
della vita della Chiesa e delle sfide più vive che ad essa si pongono, realizzato attraverso un
questionario inviato a tutte le Conferenze Episcopali. Le risposte pervenute, in altissima percentuale
e non solo dai vescovi, sono confluite in un Instrumentum Laboris di ampio respiro, che sarà alla
base dei lavori sinodali. Essi si svolgeranno per la prima volta in due tappe, la prima nell’ottobre di
quest’anno, la seconda nell’ottobre 2015, in modo da consentire un tempo intermedio in cui le
Chiese locali, nella ricchezza e varietà delle loro componenti, possano maturare proposte da offrire
al discernimento del Vescovo di Roma. Con Papa Francesco i credenti sono dunque chiamati in
modo rinnovato a camminare sulle vie del Concilio e del suo insegnamento riguardo alla Chiesa,
immagine della Trinità divina, una nella fede, varia e molteplice nei doni e nei servizi che la
compongono.
Il tema scelto dal Papa per questa assemblea sinodale, di cui mi ha nominato “segretario
speciale”, riguarda “le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Ne
sottolineo due aspetti: il primo è l’attenzione prioritaria all’annuncio del Vangelo. Con continua
insistenza Francesco ricorda alla Chiesa che essa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e
la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Risorto. Questa gioia va annunciata a
tutti, in uno slancio d’amore gratuito che non esclude nessuno, a cominciare dalla famiglia, cellula
decisiva della società e della Chiesa, scuola di umanità (come l’ha definita il Vaticano II al n. 52
della Costituzione Gaudium et Spes), di socialità e di ecclesialità, grembo di crescita nella fede e
nell’amore reciproco. Primo scopo del Sinodo è di riproporre a un mondo in cui l’istituto familiare è
spesso in crisi la bellezza e la necessità della famiglia per il bene di tutti. Il secondo aspetto da
rilevare è il taglio “pastorale” del tema, secondo la prospettiva esistenziale e pratica con cui
Francesco invita a guardare il valore e le sfide della vita familiare oggi. Si potrebbe definire questo
taglio con le parole che il Beato Giovanni XXIII annotava sul suo Diario il 19 Gennaio 1962, nel
clima della preparazione prossima del Concilio: “Tutto riguardare in luce di ministero pastorale,
cioè: anime da salvare e da edificare”. Non si tratta, insomma, di dibattere questioni dottrinali,
peraltro esplicitate dal Magistero anche recente (dal Concilio Vaticano II nella Costituzione
Pastorale Gaudium et Spes 47-52, all’Esortazione apostolica Familiaris consortio di Giovanni
Paolo II del 1981), quanto di comprendere come annunciare in maniera efficace il Vangelo della
famiglia al tempo che stiamo vivendo, segnato da un’evidente crisi sociale e spirituale.
L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese
che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera
credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla Sua chiamata. In un contesto come
quello della cosiddetta “modernità liquida” (Zygmunt Bauman), in cui nessun valore sembra più
assodato e l’istituto familiare è spesso semplicemente rifiutato, diventa quanto mai significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana sulla famiglia, che non è
mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente a favore della dignità e della bellezza della vita
di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società. Nella famiglia - afferma il Vaticano II -
“le diverse generazioni s’incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza
umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze
della vita sociale” (Gaudium et Spes 52). Accompagnamento e misericordia costituiscono
l’atteggiamento che Papa Francesco chiede di avere verso le famiglie. Verso quanti vivono in
situazioni irregolari dal punto di vita morale e canonico, l’insistenza è “sulla misericordia divina e
la tenerezza nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali”.
Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato, e spesso le
condizioni concrete dell’esistenza tendono a minare anche gli sforzi migliori: si pensi alla fragilità
psicologica e affettiva possibile nelle relazioni familiari o all’impoverimento della qualità dei
rapporti, dovuto allo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall’organizzazione sociale,
dai tempi di lavoro, dalle esigenze della mobilità. Inoltre, la cultura di massa influenza e corrode
talvolta le relazioni familiari, invadendo la famiglia con messaggi che banalizzano il rapporto
coniugale. Diventa allora più che mai vitale coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a
condizioni che la sostengano tanto nell’ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale,
motivando concretamente la bellezza e la fecondità del matrimonio e il potere terapeutico della
fedeltà coniugale.
Numerose sono, poi, le situazioni contestuali nuove, che richiedono attenzione peculiare da
parte della Chiesa, dalla cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo alla
riformulazione dell’idea stessa di famiglia, a un diffuso pluralismo relativista nella concezione del
matrimonio, fino a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto
matrimoniale. Queste sfide comportano conseguenze pastorali rilevanti: “Se ad esempio si pensa al
solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno
non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide
poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale, peraltro diffusa in ogni parte del villaggio
globale’”. La vastità dell’impegno, l’urgenza dei temi e le attese, rischiano di essere fin troppo
grandi. Chi crede, sa di poter chiedere luce e sostegno al Dio della vita e della storia, e Papa
Francesco ha invitato in modo particolare a farlo in questa domenica, pregando in tutte le Chiese
per l’imminente assemblea sinodale. Per tutti, comunque, la posta in gioco è talmente rilevante, da
ritenere che su di essa si giochi in buona parte la qualità del nostro comune futuro.