Venerdì, 22 Agosto 2014 Vasto

Partite le 53 lettere per la chiusura della Casa di Riposo S.Onofrio

Apprensione e difficoltà per tantissime famiglie.

Sono partite e stanno giungendo a destinazione le 53 lettere raccomandate che il Presidente dell'Organismo Straordinario, di cui all'art.21 della Legge Regionale 24/06/2011, n.17, il dott. Concezio Tilli, ha inviato alle 53 famiglie dei ricoverati presenti all'interno della Casa di Riposo S. Onofrio di Vasto.

Come abbiamo avuto modo di riferire su queste colonne nei giorni scorsi, di quella importante struttura è stata decisa la chiusura per le "carenze strutturali, organizzative e sanitarie" evidenziate nel corso di controlli eseguiti dai Nas, dai Vigili del Fuoco e dalla ASL Lanciano-Chieti-Vasto.

Inevitabile, quindi, la chiusura della stessa con conseguenze facilmente immaginabili per quelle famiglie che hanno lì ricoverati proprio congiunti. C'è il caso emblematico di una donna che è entrata nella Casa di Riposo di Vasto quando aveva 18 anni ed oggi, dopo 52 anni di vita vissuti lì dentro, si vede costretta ad andare via. Dove? Presso quale struttura? A quali costi?

La Casa di Riposo, che è di proprietà del Comune ma che è stata concessa in comodato gratuito dal lontano 1989 alla istituzione, ha bisogno di opere di adeguamento e di messa in sicurezza che richiedono un investimento di almeno 2 milioni di euro.

Chi caccerà fuori quei soldi?

Quanti anni ci vorranno per la esecuzione dei lavori?

Sarà pronta la Asl Lanciano-Vasto-Chieti a rilanciare i lavori di costruzione di quel che resta della struttura fatiscente destinata ad essere una Residenza per Anziani ed abbandonata a seguito di un contenzioso?

La burocrazia, in questa triste vicenda, però sta avendo la meglio su ogni logica.

Sant'Onofrio, ed i vastesi lo sanno, non è più quella struttura maleodorante conosciuta nel primo dopoguerra. Lavori di ammodernamento, assieme alla passione ed all'amore profusi da alcuni disinteressati volontari, hanno permesso di rimetterla al meglio.

Certamente non dispone di sistemi di sicurezza previsti dalle sofisticate legislazioni vigenti. Ma lì dentro, ve lo possiamo assicurare, i 53 ricoverati fino ad ora vivevano bene in un clima davvero familiare ed in condizioni igienico-sanitarie più che buone.

Ma la legge è legge e va fatta rispettare. Ora, in base ad una tabella stilata dai sanitari della ASL -che hanno sottoposto ad una meticolosa visita medica ogni singolo ricoverato-, quelle 53 persone dovranno essere destinate a una RSA o una RA, o tornare in famiglia (laddove esiste ancora una famiglia).

E pensare che tutto è partito da un esposto anonimo.....