Lunedì, 10 Giugno 2013 Editoriali

Le malattie della politica e del potere

L’ esigenza di una collaborazione tra uomini politici ed esperti della mente umana

di    GUIDO BRUNETTI

 

 Qualsiasi fattore che influenzi la mente di un leader politico può avere ripercussioni profonde sulle sue azioni. Le quali finiscono poi per ricadere su milioni di persone. Il complesso dei suoi tratti caratteriali è fondamentale per comprendere il suo comportamento politico. Capire la struttura di base e il funzionamento del cervello è dunque condizione essenziale per un’ adeguata e matura azione politica. Di qui, l’ esigenza di una collaborazione tra uomini politici ed esperti della mente umana.

 

 Il carattere estremamente complesso della società contemporanea, le tumultuose vicende politiche, la grave crisi economica, sociale e morale, l’ imbarbarimento delle lotte politiche, la crescente e invadente pressione dei giornali e della tivù, la difficoltà dei problemi sono tutti elementi che possono generare nei governanti e negli uomini politici uno stress prolungato che non ha riscontro nel passato.

  Si tratta di una condizione che sottopone la loro personalità a stati di ansia, depressione e altri disturbi comportamentali. Fatto che può avere notevoli effetti sulla storia politica come, ad esempio, il rischio di “alterare” i loro processi decisionali e “ridurre” le funzioni cerebrali. In questa situazione, le possibilità di malattie  o di errori nella gestione del proprio mandato  tendono paurosamente ad aumentare”.

 

  La letteratura scientifica presenta una ricca casistica delle malattie che possono colpire gli uomini di potere (Freeman). Sono numerosi infatti i casi celebri al riguardo: da Alessandro Magno a Hitler e Stalin, a John Kennedy, Margaret Thatcher, Napoleone, Churchill e tanti altri ancora. L’ unicità degli uomini politici consiste, secondo molti autori, nella spinta ossessiva a cercare posizioni di potere. La sindrome del potere si manifesta attraverso personalità paranoidee,

  Nel “villaggio globale” di oggi, quando viene sollecitato da  stimoli intensi ed eccessivi, il cervello vede “diminuire” le sue capacità di giudizio, analisi e sintesi. Le cause che agiscono sulla salute mentale ed emotiva di politici e governanti sono molteplici. Anzitutto, la ricerca del potere può essere vista come una “reazione compensatoria” alla scarsa stima di sé o interpretata come esigenza di un una personalità (superego) troppo esigente, ovvero  espressione di sentimenti di onnipotenza.

  Talora, il potere rivela personalità narcisistiche in soggetti che cercano di rimuovere il complesso di inferiorità,  nascondere stati depressivi, celare instabilità emozionale e  insicurezza.

 

  Le radici delle malattie della politica e del potere vengono quasi sempre spiegate attraverso privazioni emotive o traumi subiti negli anni dell’ infanzia, conflitti con i genitori e sui primi legami fra madre e bambino. L’ utilità di queste concezioni è stata autorevolmente sostenuta anche dal grande economista J. M. Keynes.

 

  Concludiamo, dicendo che “l’ unica preoccupazione sensata che una nazione può adottare contro queste malattie è, come scrive J. Marmor, un meccanismo di controllo e di equilibrio, che non lasci spazio a un potere privo di regole e arbitrario”.